Cosa vuoi fare da grande? #13
Segnali da → affitti, spiagge tropicali, spazi liminali, startup, problemi generazionali, indici e dimensioni etiche
Ciao!
In questo numero vogliamo condividere alcune novità su di “noi” e aprire una conversazione su come crescere la comunità di Segnali dal Futuro che stiamo costruendo insieme.
Per “noi” intendiamo sia le tre persone che hanno attivato questo processo – Stefano, Davide, Matteo – sia le oltre mille che si sono iscritte a Segnali Dal Futuro, con un occhio particolare a chi si prende del tempo per segnalare tante cose interessanti, scriverci e condividere suggerimenti.
L’avventura di Segnali dal Futuro è iniziata un anno fa quando, tra un lockdown e l’altro, l’idea di Città Dal Futuro prende forma. Da quella pubblicazione nasce Segnali Dal Futuro come un esperimento di spazio libero di scambio e confronto, di cui siamo molto soddisfatti per come sta andando.
A distanza di qualche mese abbiamo un’altra bella novità da condividerti. Abbiamo deciso di unire le nostre tre storie e competenze per dare vita a una organizzazione dove crescere, fare un pezzo di strada insieme e provare ad incidere sui cambiamenti che ci circondano.
Qualche settimana fa è nata FROM.
Te lo raccontiamo in anteprima perché ci teniamo che Segnali Dal Futuro rimanga quello che è, uno spazio libero e di confronto.
Ci abbiamo pensato un po’ e per farlo abbiamo identificato 2 direzioni complementari di sviluppo:
[1] Hai voglia di dare una mano?
Per renderlo uno spazio sempre più plurale vogliamo allargare la redazione attraverso un processo leggero, efficace e aperto. Segnalaci il contributo che puoi dare rispondendo a questa domanda:
[2] Cosa significa per te Segnali dal Futuro?
Per mettere a fuoco il valore che sta producendo, dicci cosa significa per te, cosa ti piace, cosa non ti piace, cosa vorresti cambiare o aggiungere. È un questo sondaggio a risposta multipla e bastano 2 minuti:
Dalle risposte ai due questionari svilupperemo insieme contenuti, strumenti e processi di Segnali dal Futuro.
Ora ti lasciamo ai segnali di questo numero che sono 10 e sono stellari.
Buona settimana,
Davide, Matteo e Stefano
Città
Affitti, case, espropri e nuovi attori di mercato per cambiare l’accesso alla casa
→ Berlino si prepara agli espropri
Il 26 settembre a Berlino si voterà il referendum per la socializzazione degli alloggi. Quasi 260.000 persone hanno sottoscritto il quesito referendario che - se approvato - obbligherà i grandi proprietari di immobili (più di 3.000 case) a venderne parte alla città per essere poi messe in affitto a prezzo calmierato. Il referendum è la risposta all’esplosione del mercato degli affitti che ha investito Berlino come altre metropoli mondiali [Business Insider].
→ Case al posto dei negozi
Se da un lato la cittadinanza si muove sollecitando lo Stato, dall’altro il mercato genera risposte potenzialmente dirompenti. John Lewis – attore storico del settore retail e dei centri commerciali – ha annunciato che costruirà e affitterà 10.000 alloggi di varie dimensioni al posto di negozi e centri commerciali in siti che già possiede. L’operazione ha la missione di rispondere alla crisi abitativa che sta investendo il Regno Unito e di garantire nuovi ricavi all’azienda [Evening Standard].
→ 4 micro conseguenze del Covid
Richard Florida (vedi ‘La classe creativa’), Andrés Rodriguez-Pose e Michael Storper hanno pubblicato una ricerca che analizza i 4 ambiti principali che il Covid ha avuto sulle città: [1] le cicatrici sociali generate dalla pandemia; [2] il lockdown come esperimento sociale forzato; [3] la necessità di realizzare ambienti urbani e costruiti sicuri e [4] i cambiamenti delle forme e dei sistemi urbani.
La tesi: a livello macro-geografico la pandemia non modificherà il ruolo che le città hanno assunto in questi ultimi decenni mentre a livello micro ci sono cambiamenti di breve e lungo termine il cui impatto dipenderà dall’evolversi della pandemia. [Sage Journal]
→ Assicurazioni digitali in pop-up fisici
A proposito di micro-geografie, stanno emergendo pratiche innovative sull’uso degli spazi a livello strada che fino ad oggi erano dedicati ad attività commerciali tradizionali. Ad esempio Hedvig, start up svedese fintech, ha inaugurato un pop-up store a Copenaghen per la vendita di assicurazioni sulla casa insieme a oggetti di design. L’obiettivo è cambiare le percezioni dei giovani rispetto alle polizze immobiliari anche attraverso il ripensamento del concetto di casa. [Wallpaper]
Lavoro
Con il lavoro ibrido, remoto, flessibile non è tutto oro ciò che luccica
→ Chi ci rimette sono sempre le stesse persone
L’ultima edizione Work Trend Index di Microsoft racconta un quadro complesso, composto da cambiamenti inevitabili, forza lavoro sempre più produttiva ma stressata e manager che se la passano meglio delle persone che collaborano con loro (senza rendersene conto).
Inizia ad emergere che le “perdenti” del lavoro ibrido sono – tanto per cambiare – sempre le stesse perone: donne e i giovanissimi. Tra le altre cose, sono penalizzate più di altre perché per loro è più difficile “fare carriera da remoto”. Insomma, per chi ha meno, lavorare da casa potrebbe non essere un grande affare.
→ Tornare in ufficio per socializzare
Secondo Generation Lab oltre il 30% delle persone della Generazione Z preferirebbe tornare in ufficio per socializzare (un quarto degli americani conosce il proprio partner sul luogo di lavoro), per avere un rapporto diretto con i propri superiori e per godere di semplici benefit aziendali (dalla palestra agli snack gratuiti).
→ I conti di fine mese (non tornano) per i nomadi digitali
Dopo una vita di lavoro, ritirarsi a vivere in un luogo esotico. Non è più solo il sogno di tante persone pensionate ma anche quello di una generazione di 25enni muniti di laptop e che svolgono lavoro remotizzabile.
Però come scrive Kele Mogotsi in questo post che ha fatto il giro del mondo, per chi se la gode lavorando da una spiaggia tropicale, anche temporaneamente, i conti non tornano: cambiare il CAP e ridurre le tue ore di lavoro non è garanzia di felicità. La gioia data da relazioni strette che nascono sul posto di lavoro e le soddisfazioni professionali che vengono da un buon lavoro di squadra dopotutto non sono facilmente sostituibili [Medium].
Progettare meglio
La sfida è pensare e progettare per nuove scale, dimensioni e tipologie di spazi
→ L’ossessione della scalabilità
La comunità dell'innovazione sociale è affascinata dalla ‘scala’. Ma parlando costantemente di scalabilità, non rischiamo di ridurre la diversità ad un unico paradigma? Gord Tulloch sostiene proprio questo: per aumentare davvero l’impatto dell’innovazione sociale serve liberarsi dal pensiero miope che esista un unico tipo di scala e che al contrario ne esistano ben 5 tipologie: scale-up, scale-down, scale-deep, scree-scaling e scaling initial conditions. Anche perché «l'aspettativa che una soluzione valida debba essere replicabile oltre l'area che l'ha generata è semplicemente sbagliata». [In With Forward]
→ Per il futuro del design la dimensione fondamentale è quella etica
‘The Ethical Issue’ è una serie di approfondimenti promossi da Readymag, piattaforma per la progettazione web, per sensibilizzare la comunità di designer e creativi a non accontentarsi a tornare indietro ma puntare a creare qualcosa che è «meglio del normale».
La proposta è di aggiungere alle discipline del design una nuova dimensione, quella etica, particolarmente rilevante in un ambiente contraddittorio e mutevole come il web, dove pratiche opache, comportamenti estrattivi, pregiudizi impliciti e sproporzione di risorse si mescolano pericolosamente.
→ Creatività illimitata per progettare spazi liminali
Se il Metaverse Group ha annunciato l'intenzione di lanciare il primo fondo di investimento immobiliare per il Metaverso è evidente che la sfida che si prospetta va ben oltre quella di progettare «esperienze immersive di intrattenimento». L’esplosione, anche di popolarità, di questi ‘spazi liminali’ per designer e maker significa progettare da zero relazioni, processi e strumenti con cui persone, comunità, beni, servizi e spazi si scambiano valore tra loro. [Wunderman Thompson]
Bacheca di comunità
→ Che faresti con Ex Convento nel bel mezzo di Taranto Vecchia?
Raccontalo al Comune di Taranto e a Fondazione con il Sud che mettono sul piatto 350 mila euro per stimolare attività di aggregazione sociale, iniziative di inclusione sociale e di inserimento lavorativo per persone in difficoltà. Il bando scade il 6 settembre ed è rivolto a organizzazioni del terzo settore, imprese, università ed enti di formazione professionale. [Fondazione con il Sud]
→ Quale welfare per le città post pandemia?
Scoprilo il 19 Luglio partecipando a questo incontro promosso dal Comune di Milano: «Le società delle città. La risposta dei sistemi di welfare dopo la pandemia».
Hai qualcosa da segnalare per il prossimo numero?
→ inviacelo a segnalidalfuturo@substack.com
Segnali Dal Futuro è la comunità diffusa di apprendimento per allenarsi ad immaginare il futuro.
In questo numero: 1.064 segnalatrici e segnalatori
Aggiornato 14 luglio 2021, ore 18:00.