Perché il tuo gatto ti vuole fuori di casa? #15
Segnali da → festival, mondi virtuali, lavoro, cambiamenti climatici, Milano, Parigi e altre utopie
Ciao!
Giusto in tempo per fare in modo che il nostro back to school sia quasi ancora settembrino, rieccoci con Segnali dal Futuro.
Durante l’estate abbiamo raccolto tantissimi idee e contenuti e la Redazione Diffusa è in piena attività con nuovi ingressi e un serrato brainstorming che ha portato a selezionare accuratamente e connettere tra loro i 19 segnali di questo numero.
Abbiamo promesso di essere snelli e in questo clima sospeso tra ritorno alla “normalità” e voglia (ancora? sempre?) di «escapismo», iniziamo l’esplorazione tra mondi e culture virtuali, per poi fare uno stop a vedere cosa succede nei cari, vecchi uffici. Parliamo doverosamente di clima e ambiente, di utopie mal progettate, del ‘Modello Milano’ e inauguriamo la prima rubrica, dedicata alla città di Parigi.
Prima di iniziare l’esplorazione, segnaliamo due iniziative speciali:
[1] È uscita la prima puntata del podcast ‘Rifrazioni’ dell’associazione RENA, storie di persone che sfidano i vecchi miti di immobilismo culturale, attraverso i percorsi non lineari dell'innovazione sociale. È curato da Ilaria, della Redazione Diffusa, insieme ad una grande squadra.
[2] Domenica 3 ottobre al festival Internazionale a Ferrara, Matteo di FROM modererà il panel intitolato ‘La città sociale. Più umana, condivisa e accogliente: ritratto della città futura in cui le connessioni tra le persone sono decisive’. Perfetto per una gita fuori porta.
Infine, inviaci un segnale interessante da inserire nel prossimo numero con un link a segnalidalfuturo@substack.com
Cominciamo!
Risorse naturali e crisi ambientale
Curato da Ilaria Nicoletta Brambilla, Matteo Brambilla e Cinzia D’Emidio
→ La lotta alla povertà è compatibile con la lotta al cambiamento climatico? Sì
Per quanto siano ormai in pochi a negare l’esistenza dei cambiamenti climatici, una serie di retoriche che puntano a rimandare le azioni necessarie a contrastare la crisi climatica si stanno affermando. Le più diffuse sono quelle che mettono in contrapposizione l’emergenza climatica con altre emergenze, ad esempio quelle relative alla povertà. In realtà queste due battaglie non sono affatto in contrapposizione tra loro. Sempre sulle retoriche e gli stratagemmi volti a procrastinare le azioni sul clima un paper che le analizza e un fumetto che ne illustra le modalità d’azione. [Anthropocene Magazine]
→ Un fiume si sta asciugando e 40 milioni di abitanti non avranno più acqua
Le conseguenze della crisi climatica si stanno manifestando in modo sempre più diretto. Il mix tra aumento delle temperature medie e voracità delle attività antropiche sta mettendo a rischio il fiume Colorado negli Stati Uniti d’America. Gli impatti generati dal prosciugamento del fiume sono svariati e si stima che coinvolgeranno 40 milioni di persone (circa il 12% della popolazione degli Stati Uniti). La soluzione: negoziare alcune decisioni impopolari ma che non possono essere più evitate, come ripensare l’uso dell’acqua per scopi privati. [ProPublica]
→ Troppo caldo per lavorare
A livello globale l’aumento delle temperature cambierà in modo radicale i modi di vivere e produrre. Ad esempio gli effetti del caldo sulla salute e la “produttività” delle persone renderà sempre più complesso lavorare nelle città. Per quanto riguarda l'Italia, il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici ha pubblicato uno studio che valuta i rischi per 6 città e gli strumenti di adattamento. [City Monitor]
La questione del lavoro
Curato da Davide Agazzi, Stefano Daelli e Luca Monti
→ Tornare o non tornare in ufficio, questo è il problema
Le vacanze sono definitivamente finite e anche lo smart working non si sente tanto bene. Aziende e pubbliche amministrazioni progettano il ritorno in ufficio ma non sempre con intelligenza e flessibilità perché continuano a produrre liste di “pro e contro” senza riuscire ad identificare delle soluzioni ottimali. Ad esempio, a tifare per il rientro ci sarebbero i nostri amici gatti che non ne possono più di noi. [Fanpage]
Un po’ più seriamente, Melissa Kimble ci racconta come il lavoro da remoto abbia aiutato a sentirsi meglio tante persone che in ufficio sono sottoposte a forme di stress collegate alla loro appartenenza ad una minoranza discriminata o all’avere bisogni speciali. Per chi si trova in questa situazione, stare a casa vuol dire poter fare affidamento su uno spazio in cui sentirsi più libere, sicure e meno affaticate – psicologicamente e fisicamente. Perché tornare a farsi torturare? [Morning Brew]
→ Meno manager, più talenti specialistici
Nel mondo le posizioni manageriali sono tantissime (ad esempio negli USA sono il 17.6% della forza lavoro). Per di più e troppo spesso occupate da persone che non ne hanno le caratteristiche e competenze per ricoprirle. I fattori sono sia culturali, perché poche aziende sono brave a riconoscere e coltivare i talenti, sia fiscali, è più facile dare un aumento perché una persona gestisca altre persone (quantificabile) anziché perché molto brava a dare il suo contributo individuale (difficilmente quantificabile). Un futuro prevalentemente remoto obbligherà invece a valutare finalmente manager e dirigenti non sulla base della loro capacità di intimidire ma su quella di ispirare, insegnare, guidare. I vantaggi saranno enormi: più creatività che genera innovazione e vantaggio competitivo, più felicità individuale e un sacco di risparmio di denaro oggi sprecato in burocrazia inefficiente. [The Atlantic]
→ Chiudere la sede centrale per aprire tanti piccoli spazi di comunità
Dropbox fa sul serio nel voler diventare una Virtual First company ma nell’ultimo anno ha compreso come la connessione umana non può essere ricreata completamente nel virtuale. Ha lanciato un programma in cui i suoi grandi uffici sono sostituiti da più piccoli studios distribuiti sul territorio progettati per costruire collaborazione e fiducia all’interno dell’azienda. [Dropbox]
Abitare il digitale
Curato da Valentina Lunardi
Mentre i confini tra In Real Life e URL life si assottigliano e confondono, la vita sociale e gli spazi urbani in cui la viviamo si smaterializzano in nuove dimensioni ibride tra digitale e fisico.
→ Chi costruirà le città del ‘Metaverse’?
L’annuncio di Mark Zuckerberg di voler fare di Facebook una Metaverse Company e la pandemia con il suo slancio a portare tutto online hanno reso il Metaverse il tema più caldo del momento. Ma come si vive in questo universo virtuale? Chi lo sta costruendo? Che forma ha uno spazio digitale dominato dal entertainment? Mentre architetti e designer provano a dare risposte, il Metaverse sta iniziando a giocare con gli spazi reali della città, con suggestioni che da Blade Runner in poi si muovono a tratti in maniera più presente a tratti sotterranea. Suggerendoci come nel prossimo futuro a contare non saranno soltanto i confini reali degli spazi della città, ma le sue possibilità esperienziali, fluide tra reale e virtuale. [Archdaily, TheDrum, D'strict]
→ Nuove genti dall’Internet
Se un tempo (leggi i primi anni 2000) per descrivere la necessità di espressione e identificazione delle nuove generazioni si parlava di tribù urbane, oggi per decifrare le nuove estetiche e tendenze più che fare street watching ha senso aprire Youtube. La cultura digitale ha favorito l’emergere e l’espressione di nicchie identitarie e community - dimenticate il vaporwave: è il momento del CottageCore - che influenzano sempre più concretamente i prodotti che compriamo e il gusto estetico comune. [YouTube]
Il modello Milano
Curato da Davide Agazzi e Federica Verona.
Dopo anni passati a celebrare il “modello Milano” possiamo riconoscere che non è tutto sempre positivo e, se si vuole migliorare, è utile ascoltare le voci del dibattito che sono più critiche. Tre segnalazioni per aiutare presentarsi ai seggi in modo più consapevole:
→ Chi gestisce la trasformazione della città?
L’associazione TumbTumb ha pubblicato una lettera aperta a chi governerà la città per evidenziare le ricadute, accentuate dalla Pandemia, sociali, ambientali, economiche e abitative della narrazione dominante e soprattutto delle politiche ed iniziative che hanno contribuito a radicare l’immaginario di una città modello in continua ascesa, che per sempre più persone sta diventando insostenibile. [Super]
→ Spazi, contenuti, reti, persone e democrazia culturale
Nel numero 62 di Artribune Bertram Niessen si chiede cosa manchi a Milano individuando 5 sfide culturali da affrontare nei prossimi anni per diventare qualcosa di più di un dispositivo di attrazione (ed estrazione) di turisti, city user e pendolari. [Artribune]
→ Le conseguenze del canone estetico di Milano
Dopo l’incendio della Torre del Moro, Christian Novak, docente del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, ha raccontato in un’intervista a Vita come è nata e che risvolti sociali ha quella che chiama «l’ideologia delle torri», prospettando come via di uscita la presa di consapevolezza che, non esistendo un responsabile unico, serve una nuova alleanza tra Pubblico e Privato a partire da una visione comune. [Vita]
Grounding Paris
Rubrica curata da Giorgio De Ambrogio e Francesco Pirri.
Parigi è spesso dipinta come idilliaco punto di riferimento. ‘Grounding Paris’ è la rubrica che cerca di “mettere a terra” le iniziative di policy, di azione civica e di impresa che partecipano alla costruzione di una città più equa, sostenibile e solidale, con un punto di attenzione: cercare modelli, non solo raccontare esperienze.
La biodiversità tra operatori e enti locali: la costruzione di una nuova frontiera della sostenibilità urbana
A giugno, l’approvazione della legge Climat et Résilience, ha reso la biodiversità un tema di primo piano nel dibattito francese affermando un obiettivo di Zero Artificializzazione Netta (nel 2050) che ha attirato una grande attenzione.
Nei confronti degli enti locali, vengono messe in discussione le loro competenze di pianificazione, chiedendo di anticipare una situazione di radicale sobrietà fondiaria.
Dal lato degli operatori, il dibattito si traduce in un posizionamento sempre più forte di soggetti immobiliari che dichiarano di esistere per reintrodurre la biodiversità in città o addirittura per costruire biotopi.
La rivista metropolitiques ha pubblicato un’inchiesta che sostiene che l'interesse privato per la biodiversità derivi dall’idea che l’investimento in biodiversità ha un elevato ritorno di immagine, perché capace di concretizzare l’estetica della città-giungla dominante nei rendering dei progetti immobiliari.
L’interesse crescente per questo dibattito si concretizza in alcuni segnali rilevanti:
Per gli enti locali:
- un numero sempre maggiore di strategie territoriali accompagnate dall’iniziativa ‘Capitali francesi della biodiversità’
- un obiettivo di riduzione dell’impermeabilizzazione del suolo urbano iscritto in diversi PGT a Lille, Rouen (e in definizione a Parigi) attraverso il calcolo di un Coefficiente di Biotopo per Superficie
Per gli operatori :
- Un successo considerevole del label BiodiverCity che impone la presenza di un naturalista in grado di realizzare una diagnostica della biodiversità prima e dopo ogni operazione.
- il lancio del Global Biodiversity Score – un’analisi di impatto sulla biodiversità sull’intera catena del valore di un operatore
Bacheca di comunità
•Festival: l’8 ottobre inaugurerà a Torino la quinta edizione di Utopian Hours, festival internazionale di city making organizzato da Torino Stratosferica, con ospiti internazionali, conferenze, laboratori e mostre per una 3 giorni ricchissima.
•Piattaforma + Festival: Atlas of The Future è la piattaforma di esplorazione di storie ed iniziative da tutto il mondo accomunate dall’obiettivo di creare un futuro migliore. Il 10 e 11 Dicembre organizzerà il festival Fixing The Future presso il centro culturale CCCB di Barcellona.
• Mostra: la 17esima Mostra Internazionale di Architettura di Venezia curata dall’architetto e ricercatore Hashim Sarkis resterà aperta fino al 21 novembre 2021. La questione centrale è quella dell’abitare, espressa dal titolo-domanda ‘How will we live together?’. Se una visita approfondita ne vale sempre la pena, sono altrettanto interessanti alcune critiche mosse a questa edizione, e all’architettura contemporanea in generale, di aver sostanzialmente abdicato a progettare e dare forma alle nostre speranze future.
• Forum: Il 24 novembre 2021 il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Milano ospiterà l’edizione 2021 del Domus Forum intitolato ‘The future of cities And beyond’. Un panel trasversali di esperti risponderà a sette domande per esplorare i futuri possibili delle città.
Aggiornamenti
• Errata corrige: il libro ‘The power of civic ecosystem’ è stato segnalato nel Numero 14 con un link errato. Ecco l’indirizzo corretto.
• Referendum: il 26 settembre a Berlino si è votato il referendum per la socializzazione degli alloggi di cui abbiamo parlato nel numero 13. Il referendum - non vincolante - è stato approvato dal 56,4% dei votanti. Ora si apre una nuova fase, probabilmente lunga, il cui esito non sarà scontato.
Hai captato un segnale dal futuro? → invialo a segnalidalfuturo@substack.com
Segnali Dal Futuro è la comunità diffusa di apprendimento per allenarsi ad immaginare il futuro composta da 1.099 persone.
Questo numero è curato da Davide Agazzi, Giulio Bordonaro, Ilaria Nicoletta Brambilla, Matteo Brambilla, Stefano Daelli, Giorgio De Ambrogio, Cinzia D'Emidio, Valentina Lunardi, Luca Monti, Francesco Pirri, Silvia Spinelli e Federica Verona.
Introduzione di Valentina Lunardi.
Aggiornato 30 settembre 2021, ore 18:00.
Arrivederci al prossimo numero e condividi Segnali dal Futuro!