Qual è il ritmo giusto per vivere meglio? #18
Segnali da → ritmo circadiano, baccelli, videogiochi multiplayer, rider, avatar, circuiti di beneficienza e trattati storici
Ciao!
Hai mai notato che il tempo del corpo e della natura scorre in cicli – alba e tramonto, le stagioni, veglia e sonno – mentre noi ci ostiniamo a pensarlo come una linea retta, che inizia, avanza e finisce? Questo per noi occidentali, perché le culture che vedono la morte come parte del ciclo di reincarnazione ragionano da millenni circolarmente, un po’ come gli alieni di ‘Arrival’.
We're so bounded by time, by its order.
But now I am not so sure I believe in beginnings and endings.
Se ci si avventura nei mondi della fisica è proprio il tempo il grande mistero, da Einstein in poi: è possibile, se non probabile, che i nostri pronipoti guarderanno alla nostra idea di passato, presente e futuro un po’ come noi oggi guardiamo i terrapiattisti.
Basta fermarsi un attimo a pensare, per esempio, a quanto è artificiale l’idea stessa di settimana. Il ritmo del tempo si è ridefinito a ogni passaggio di epoca, facile da riconoscere guardando indietro, un po’ meno osservando il presente:
Epoca antica: ciclo delle stagioni; tempio; città acropoli
Epoca medioevale: regola francescana; monasteri; borgo medievale
Epoca moderna: tempo della fabbrica; opifici; metropoli
Epoca contemporanea: tempo digitale/asincrono; multitasking e smartworking; città quartiere
Cosa ha da dirci il senso del tempo sul modo in cui pensiamo e quindi costruiamo quello che chiamiamo ‘futuro’?
Le indicazioni più interessanti arrivano dal più misterioso dei cicli corporei, il ritmo circadiano che è sregolato dagli orari della scuola, della fabbrica e degli uffici, delle luci artificiali, dei LED e degli schermi: adesso che ne sappiamo abbastanza potremmo tornare a vivere in accordo con questo orologio interno che funziona benissimo, finché lo seguiamo.
Abbiamo raccolto un po’ di indicazioni utili per aumentare la consapevolezza di quanto, a volte, nuotiamo contro la corrente del tempo, creando buona parte dei problemi che attribuiamo, di volta in volta, al lavoro, ai social media, agli altri.
Jet lag da vita sociale: il vero motivo per cui il lunedì è così lunedì è che nel fine settimana ci infliggiamo un vero e proprio jet lag, andando a dormire molto più tardi del solito, svegliandoci in orari diversi e mangiando e bevendo di più e più tardi. La pretesa di ricominciare come prima, ogni lunedì, per poi tornare a incasinare tutto, al venerdì: non è un mistero che arriviamo alle vacanze, di Natale o estive, strizzati come stracci da buttare [Web MD].
Avevamo ragione ad arrivare tardi a scuola: il corpo e il cervello di bambini e ragazzi ha un orologio diverso da quello degli adulti e obbligarli a svegliarsi presto ha un impatto pesante non solo sul loro rendimento scolastico ma anche sulla loro serenità e salute. Gli orari della scuola sono legati a quelli della vita degli adulti, con un pesante impatto anche sul traffico e sui mezzi pubblici. E se cambiare l’orario di ingresso e uscita potrebbe essere ancora difficile, si può adattare l’orario delle lezioni tenendo conto del momento in cui i ragazzi si svegliano davvero. [SecEd]
O a voler fare un pisolino al lavoro: anche gli orari dell’ufficio, motivati da un lavoro ripetitivo e meccanico adesso in parte sostituito dal computer, possono essere i responsabili di una buona parte dello stress, della fatica e degli errori, soprattutto se uniti alle luci uguali per tutto il giorno, alla lontananza dalle finestre e alla scarsa areazione. [Forbes]
E se bastasse cambiare gli orari dei pasti? Le evidenze si moltiplicano e in molti casi hanno già cambiato gli strumenti che usiamo, ad esempio il night shift di Apple interviene proprio sull’emissione di luce blu dallo schermo, ridotta via via che il sole declina. Secondo ricercatori come Satchin Panda per dimagrire, dormire meglio, sentirci più forti, regolare il tono dell’umore e ammalarci meno basterebbe trovare la nostra finestra di alimentazione, partendo dal ritmo 12:12: chi fa colazione alle 7 di mattina dovrebbe smettere di mangiare alle 7 di sera. Per qualcuno la finestra è più lunga, per molti più breve: non è un cambiamento semplice, ma può valer la pena di provare. [Medico e paziente]
Di Mafe de Baggis
Lavorare diversamente
A cura di Luca Monti
→ L’assicurazione sanitaria te la trova la piattaforma per freelance
Substack ha ampliato il suo programma di assicurazione sanitaria a tutte le persone statunitensi che guadagnano almeno 5.000 dollari all'anno attraverso la sua piattaforma di newsletter. Il programma fa parte di una serie di iniziative pilota come seminari di formazione, supporto legale dedicati, finanziamenti per pubblicazioni locali dedicate a scrittrici e scrittori indipendenti per far superare l’ansia da incertezza connessa al “mettersi in proprio”. Ce la faranno a dare una assicurazione sanitaria a queste nuove figure professionali native digitali?
→ Priorità + imperfezioni + concentrazione + confini = settimana di 4 giorni
Uncharted, incubatore di startup sociali, ha sperimentato la settimana lavorativa da quattro giorni e il progetto pilota ha riscosso così tanto successo da diventare la nuova politica stabile dell’azienda. Fino a qui sembrerebbe solo una questione di “monte ore” anche se in realtà è un vero e proprio ribaltamento dei quattro pilastri del rapporto americano con il lavoro. [LinkedIn]
→ La capsula per lo smartworking di lusso da tenerti in giardino
Lavori da remoto e non ne puoi più di lavorare sul tavolo della cucina, in mezzo ai bambini, sempre al chiuso in casa? Se hai un giardino è ora di comprare un ‘Pod’. È scoppiata la corsa agli uffici “baccello” che ti consentono di conservare la tua salute mentale e tornare a chiuderti la porta di casa alle spalle ogni santa mattina. E anche per questo fenomeno c’è la sua versione di lusso da 16 mila dollari. [BBC]
→ BONUS: la guida definitiva per orientarsi nel cambiamento della vita personale e professionale.
Tra le varie iniziative che le testate hanno messo in campo per parlare dell’evoluzione dei nostri stili di vita dopo l’esperienza del lockdown c’è il progetto speciale ‘Worklife’ di BBC, un mini-sito che raccoglie decine di approfondimenti su tutti i temi connessi: tensioni famigliari, colleghi di lavoro “cambiati”, uffici “diversi”, evoluzione delle case, esercizi fisici e consigli psicologici per vivere e lavorare meglio. [BBC]
Evoluzioni (e narrazioni) della nuova logistica
A cura di Matteo Brambilla
→ L’iper-efficienza dei delivery è concorrenza leale?
Nel 1640 nella sola Istanbul se ne contavano 1.600, nella Turchia di oggi sono più di 160.000 i bakkal, i tradizionali negozi di alimentari nati durante il periodo bizantino in cui un garzone la mattina raccogliere le ordinazioni dal quartiere e nel resto della giornata effettua le consegne casa per casa. Oggi però servizi di delivery ultra-rapido come Getir stanno erodendo il modus operandi di queste realtà attraverso la competizione serrata e impari, minando le basi socio-economiche dei bakkal – la prossimità e il credito – in favore di iper-efficienza e spersonalizzazione. [Rest of the world – Segnalato da Valentina Lunardi]
→ Il settore del “cibo a domicilio” si sta consolidando
È di qualche giorno fa la notizia dell'acquisizione di Wolt – food delivery finlandese – da parte di DoorDash, uno dei principali player statunitensi per una cifra intorno ai 7 miliardi di euro. Oggi il mercato del delivery è in grande fermento, si susseguono acquisizioni e investimenti da parte dei grandi player nei confronti delle imprese più giovani. [Sifted]
→ Non sono eroi da glorificare ma lavoratori da tutelare
Lo stesso settore è fronteggiato da un fronte molto critico e oggetto di indagini stimolanti come il progetto “Riders Not Heroes: Anatomy of a Delivery” di 2050+ che indaga le varie realtà che collidono nelle azioni di consegna del cibo: aspetti fisici, chimici, sintetici, digitali e reali. ‘Anatomy of a Delivery’ è il secondo capitolo di un’indagine di lungo incentrata sulle precarie condizioni di lavoro dei rider milanesi.
→ La lotta allo spreco alimentare non ha orari
’Happy Hours Market’ è una startup belga che vuole combattere lo spreco alimentare. Similmente a TooGoodToGo, i suoi camion visitano ogni giorno i supermercati e i commercianti locali per raccogliere il cibo invenduto che è poi messo a disposizione a metà prezzo sull’app per essere ritirato nei punti di raccolta. Dalle 21:00 però parte degli invenduti vengono consegnati gratuitamente a enti di beneficenza. [Segnalato da Delia Benazzo]
Ancora su Metaverso, Bitcoin e NFT (che, ehi, è la parola dell’anno 2021 per il Collins Dictionary)
A cura di Valentina Lunardi
→ L’irresistibile banalità della cripto-arte
Sono state probabilmente più le cifre esorbitanti in gioco che un concreto interesse critico ad aprire il dibattito sul valore artistico dell’arte degli NFT, eppure queste opere definite banali e kitsch sono una rappresentazione significativa di ecosistemi economici complessi. [Il Post - segnalato da Theo Salvi]
→ Bitcoin è entrato nell’uso “comune”
Se non ti impressiona il fatto che Bitcoin ha superato PayPal per volume di valore trasferito, sappi che nel 2026 potrebbe superare Mastercard per capitalizzazione di mercato. E c’è qualche star della NFL ha preferito farsi pagare in Bitcoin anziché in $$$ [Cointelegraph]
→ Piacere, chi è il tuo avatar?
Un report e un po' di ragionamenti sui nostri desideri in fatto di identità digitali, tra surreale, non-binario, e inclusività corporea. Quello che emerge dalle persone intervistate è che se l'obiettivo principale per entrare nei mondi virtuali resta quello della fuga dalla realtà, sta aumentando l’importanza di avere la capacità e libertà di creare una versione idealizzata e rappresentativa di se stesse. [Vogue Business - segnalato da Valentina Lunardi]
→ Il disagio reale degli artisti digitali diventa un gioco virtuale
‘The struggle is real’ è una performance artistica sulla condizione fisica e mentale degli artisti digitali ambientata in un videogioco multiplayer di sopravvivenza chiamato ‘Fondazione Spara’. Consiste in un torneo di incontri ad eliminazione diretta tra gli artisti stessi che espongono all’interno del programma della Green Cube Gallery. I riferimenti e l’attitudine ironica sono evidenti ma il messaggio critico arriva chiaro. Il 16 dicembre ci sarà la finale in diretta Twitch.
→ Per fare la prossima Disney ci vogliono gli NFT
Può il metaverso svilupparsi come il Marvel Cinematic Universe e i suoi numerosi spin-off, in cui però personaggi e proprietà creative sono nelle mani dei fan e non di una singola azienda? Secondo entusiasti degli NFT, creator e varie agenzie sì. Ma ci sono dei ‘ma’ belli grandi. [The Verge - segnalato da Matteo Brambilla]
→ Il trattato di Westfalia però nel 2021 alle Barbados
Davanti alle Barbados che aprono la loro ambasciata nel metaverso qualcuno commenta che siamo davanti a niente meno che all'equivalente digitale del trattato di Westfalia del 1648, che ha sancito il concetto di stato-nazione. [Coindesk - segnalato da Valentina Lunardi]
→ Capitalismo, progressismo, web3: prontə per le DAO?
Un'organizzazione virtuale di 17mila persone ha cercato di comprare all’asta una delle 13 copie originali rimaste della Costituzione Americana. È stato un caos, ma questa faccenda delle DAO merita tutta la tua attenzione per le implicazioni politiche ed economiche che questo tipo di organizzazioni decentrate avranno nel futuro prossimo. [Ellissi - segnalato da Stefano Daelli]
Vita di città, dentro e fuori
A cura di Stefano Daelli
→ Immaginare città senza auto (ma non che siano “nascoste” sotto)
Bonnie fa il pendolare ma la sua esperienza è molto diversa dalla tua o dalla mia. Infatti vive nel 2040 in una città che da anni ha vietato la proprietà privata di automobili. Tornare a casa dall’ufficio, recarsi dai parenti, fare sport: è tutto diverso. Quello di William Boston e Kevin Hand è un esperimento di speculative fiction molto stimolante per valutare quanto la vita in una città senza auto e tanti mezzi pubblici sarebbe più preferibile. [WSJ]
Per tanti è sicuramente un’idea migliore di quella dei tunnel sotterranei automatizzati in cui stipare tutto il traffico di auto con a bordo una sola persona e anche l’occasione per mandare in onda l’ennesima puntata delle serie ‘sberleffiamo Elon Musk’.
→ Quando il mercato del lavoro diventa un monopolio
Biars-sur-Cère è una cittadina di 2.100 abitanti. Nessun vero centro storico, solo un'importante zona industriale costruita intorno ad Andros, colosso delle marmellate. Questa è la situazione di molti territori rurali che si sviluppano attorno ad un’unica impresa. [Alternatives Economiques - Segnalato da Giulio Zucchini]
→Auckland Design Manual
Costruire la città dei propri non sogni non è per niente semplice e lo studio delle best practices internazionali rimane fondamentale. La città di Auckland l’hanno capito bene e ha elaborato un manuale online che fonde urbanistica e sociologia. Progetti realizzati da prendere di ispirazione. [Auckland Design Manual - segnalato da Silvia Spinelli]
→Alberi in città: 9 buoni motivi per piantarne di più
Se pensate che gli alberi in città siano solo un meraviglioso arredo urbano, vi sbagliate di grosso. Parlare di (e piantare) alberi significa molto di più: salute, sostenibilità sociale e soprattutto di economia. [Interni - Segnalato da Davide Agazzi]
→Quindici proposte per pianificare lo sviluppo delle aree interne
La certezza è una: nelle aree interne manca tutto. Questo primo passo di Officina Giovani Aree Interne serve a reclamare spazi, ad avere voce e comunicare desideri. È una responsabilità, politica e sociale, che di certo non si esaurisce così, ma invoca un rovesciamento dello stato delle cose e un’espansione di queste energie per ritrovare quell’equilibrio capace di delinearne il destino. [Orticalab - Segnalato da Silvia Spinelli]
Bacheca di Comunità
A cura di Davide Agazzi
Come le grandi organizzazioni possono diventare istituzioni àncora e contribuire allo sviluppo dei territori in cui operano? Lo spiega il primo numero di ELEMENTI NUOVI, serie di approfondimenti curata da FROM per aiutare i decisori a costruire un futuro più giusto. Puoi scaricarlo da qui.
È tempo di placemakers? Se lo chiede Elena Granata, docente di urbanistica presso il dipartimento di architettura del Politecnico di Milano, nel suo ultimo libro. Anche noi pensiamo di sì.
Come si finanzia una nuova impresa culturale, nel 2022? Ce lo mostra la più grande band sulla faccia della terra, Rockin’1000, con la sua campagna di equity crowdfunding.
Quali sono le parole che determinano il nostro tempo? Quelli di CAPSLOCK MAGAZINE ne hanno raccolte ben 111 divise in 5 categorie – General, Internet, Meme, Game, Technology – e le hanno pure descritte lavorando a 4 mani con un software di intelligenza artificiale per la produzione automatica di testi. Lo puoi acquistare qui.
Come si costruisce una comunità educante? Qualche indicazione la possiamo trarre dal Rapporto ‘Patti Educativi Territoriali e percorsi abilitanti. Un’indagine esplorativa’ appena pubblicato dal Forum Disuguaglianze e Diversità. Si scarica qui.
La nuova edizione di Trentino Brand New è aperta dal 4 al 17 Dicembre parlerà «Attitudini alla ricomposizione alchemica del mondo». Ecco il programma.
Una nuova rivista a colori, uno spazio di confronto e discussione sul futuro di Ancona che si chiama ‘A come Ancona’ e verrà presentato venerdì 10 Dicembre al Mercato Ittico.
Un bel bando per finanziare progetti di innovazione sociale con contributi fino a 150 mila euro, per chi opera nelle province di Verona, Vicenza, Belluno, Ancona e Mantova. Più info sul sito della Fondazione Cariverona.
Un bel libro su consumi e società su bicchieri, vetrine, fazzoletti, smartphones e deodoranti: le mitologie del consumismo contemporaneo raccontate da Jeanne Guien.
Come al solito, hai un segnale interessante da inserire nel prossimo numero?
Inviacelo con un link a segnalidalfuturo@substack.com
Segnali Dal Futuro è la comunità diffusa di apprendimento per allenarsi ad immaginare il futuro composta da 1.233 persone.
Questo numero è curato da Davide Agazzi, Giulio Bordonaro, Ilaria Nicoletta Brambilla, Matteo Brambilla, Stefano Daelli, Giorgio De Ambrogio, Cinzia D'Emidio, Valentina Lunardi, Luca Monti, Francesco Pirri, Theo Salvi, Silvia Spinelli, Giulio Zucchini.
Editoriale di Mafe de Baggis.
Aggiornato 7 dicembre 2021, ore 22:10.
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