Quante cose puoi fare con il 2% del PIL mondiale #19
Segnali da → periferie, bambini, diritti digitali, rifiuti solidi, soluzioni naturali, abitudini sessuali, modelli economici e ristoranti.
Ciao!
Ci eravamo lasciati con un’esplorazione di come il tempo sia un concetto più artificiale che naturale. Oggi navighiamo a vista tra selvaggi continenti tematici per mettere di nuovo alla prova la nostra percezione della realtà.
È possibile infatti che in un mondo in cui produciamo tonnellate di rifiuti, per qualcuno la risposta possa essere nella denatalizzazione? E cosa succede se nell’incontro tra spazio urbano e dimensioni locali e naturali c’è lo zampino delle corporation?
Le stesse imprese che, dotate di nuovi strumenti tecnologici, ci fanno dubitare della nostra privacy e ci spingono a esercitare la nostra immaginazione post-capitalista. Proprio mentre l’utopia del ‘web 3.0’ potrebbe rivelare un metaverso meno decentralizzato e democratico del previsto.
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Mancano bambini ma inquinano tantissimo
A cura di Valentina Lunardi
→ Vasectomie per salvare il pianeta
Come racconta questo numero de ‘Il Colore Verde’, l'anti-natalismo ecologista è una faccenda complessa che, passando da uomini che si fanno la vasectomia per il bene del pianeta a paesi ad alta natalità che inquinano molto poco, suggerisce come la via all'illuminazione etico-climatica sia tutt’altro che monodirezionale. Mettendo in discussione il senso delle nostre ambizioni personali. [Il colore verde, The Guardian]
→ No Sex Please, We're Gen Z
Con la pandemia si è parlato molto delle conseguenze dell’isolamento sociale sulle abitudini sessuali, che sembrano diventate un po’ più sperimentali per alcuni e quasi assenti per altri, soprattutto i più giovani e con cause non del tutto chiare. [Il Post, Scientific American]
Presente pieno di rifiuti
A cura di Davide Agazzi
→ Siamo letteralmente circondati da prodotti e rifiuti
Nel 2020, per la prima volta nella storia dell’umanità, la quantità di materia prodotta dall’uomo ha superato il peso di tutti gli esseri viventi presenti sulla Terra. Produciamo anche più inquinanti chimici di quanti ne possiamo assorbire, tanti da mettere in pericolo stesso la nostra vita. C’è chi sostiene che siamo entrati nella ‘Era degli Scarti’, il Wasteocene. Di elementi per spingere a trasformare le nostre preoccupazioni in azioni concrete ne abbiamo a sufficienza, ma se ne vuoi qualcuno in più per intavolare conversazioni forbite, ecco alcune infografiche su [1] quali Paesi inquinano di più, [2] come stiamo messi con l’olio di palma e [3] con l’inquinamento elettrico [Matthias Schmelzer, Il Guardian, Marco Armiero]
→ Ci salverà la Scienza?
Alcuni ricercatori canadesi pensano di estrarre carburante dall’anidride carbonica. Per essere sicuri però è meglio se ci diamo una seria regolata. [Springwise]
→ Sta cambiando anche la nostra immaginazione?
A quanto pare sì, a vedere quello che Nicholas Nova e Disnovation hanno inserito nel loro Bestiario dell’Antropocene, un libro sulle creature ibride che popolano la nostra era tecnologica, dalle pietre fatte di vernice ai Tamagotchi, dalle montagne artificiali alle aquile acchiappa-droni. Per fortuna c’è anche chi, come Matteo Meschiari con il suo “Antropocene Fantastico”, si sforza di insegnare ai più giovani come coltivare speranze e poesia, per resistere alla durezza del mondo. [Frizzilazzi, Armillaria]
Investire sulla Natura
A cura di Francesco Pirri
→ Una relazione rimasta senza parole
Secondo il Dr. Kimmerer, nelle ultime tre generazioni abbiamo perso il vocabolario della storia naturale, portandoci ad uno stato di “solitudine di specie” e di distaccamento del resto del Reale. Un futuro diverso passa (anche) dallo sviluppo di soluzioni naturali: dai cibi plant-based, dove le grandi corporazioni si stanno lanciando, alle cosiddette Nature-Based Solutions (NBS), al fine di riportare la natura dentro la roccaforte dell’artificiale, la città. [Dense Discovery, Nestlé, WWF]
→ Alle città serve la Natura
I Sindaci devono investire negli ecosistemi. Nei prossimi anni, gli spazi urbani saranno più e più sfidati dagli impatti del Cambiamento Climatico e della perdita di biodiversità sui sistemi naturali presenti nelle città, mettendo a rischio quasi metà della produzione economica urbana. Le NBS hanno impatti positivi sull’ambiente e assicurano ritorni economici, ma sono ancora uno strumento fragile: uno studio su 4 città europee evidenzia come abbiano ancora bisogno di essere sostenute da finanziamenti pubblici. Allo stesso tempo, la fase di collaudo favorisce gli scambi tra città e la co-costruzione di pratiche vincenti, come nel progetto finanziato dalla Commissione Europea proGIreg.[Nature, WeForum, Network Nature, ProGIreg]
Cibo, narrazioni e traiettorie di sviluppo per le città
A cura di Matteo Brambilla
→ Cibo in città tra centro, periferia e mercati
I cambiamenti demografici e dei gusti, i minori costi e la competizione meno sfrenata stanno contribuendo allo sviluppo di una nuova scena culinaria ubicata nelle periferie più stimolante e inclusiva. È anche per questo che i mercati, scoperti o coperti, hanno recuperato una nuova rilevanza: con questo corso imparerai a progettare e gestire marcati che generano valore economico e sociale. E in centro? Nelle grandi città italiane stiamo assistendo all’esplosione di virtual brand e ghost kitchen che incorporano nei loro modelli di business anche i ristoranti tradizionali. [New York Times, IrpiMedia e Project for Public Spaces]
→ L’interesse delle grandi imprese a raccontare la città e quartieri
Qualche mese fa American Express e Lonely Planet hanno lanciato una serie di guide sui quartieri più attraenti delle principali città italiane, come Trastevere e San Giovanni a Roma o Isola e Porta Romana a Milano. Will Media ha lanciato il podcast ‘Città’ per indagare le trasformazioni urbane e il ruolo delle persone che oggi stanno provando a definire il futuro delle città supportato dal progetto Mission Winnow di Philip Morris International. Il retailer online Zalando celebra invece le musiciste che usano il proprio quartiere come palco e l’intreccio tra musica e streetwear.
→ Ripopolare, ampliare e diradare
Le città, dopo lo shock pandemico, si interrogano su quali traiettorie adottare per il loro sviluppo futuro. Venezia prova a ripopolarsi con un programma di attrazione di giovani professionisti e nomadi digitali. New York, anche se colpita da un esodo di quasi 320.000 persone nel 2021, progetta un’espansione di circa 7 km quadrati a sud di Manhattan, costruendo sull’Hudson un nuovo pezzo di città chiamata ‘New Mannahatta’ che potrà ospitare più di 250.000 persone. In questa dialettica tra densità e rarefazione, per comprendere la traiettoria di una città (e della sua società) bisogna guardare come gestisce lo spazio pubblico. Quando se ne prende cura possiamo essere ottimisti. [Bloomberg, Spectrum Local News, New York Times e La Stampa]
Sorvegliare e legiferare
A cura di Ilaria Nicoletta Brambilla
→ Ti senti osservatə?
Il monitoraggio delle nostre azioni, intenzioni e condizioni è una pratica trasversale che portano avanti governi e aziende private. Per esempio, se dovessi tirare a indovinare, quante pensi siano le informazioni su di te che Amazon conserva? Tendenzialmente, molte di più di quelle a cui hai pensato. Se ti senti abbastanza forte, puoi fare un esperimento scaricando tutti i file che ti riguardano (audio compresi). Nel frattempo, ad Honolulu, il dipartimento di polizia locale ha speso 150 mila dollari di fondi per la pandemia per un cane robot che ha il compito di monitorare la salute dei senzatetto al posto di un ufficiale in carne ed ossa. [Life Hacker, Vice]
→ La proprietà privata dei nostri dati
D’altra parte, come diceva un articolo già vecchio di 10 anni, le nostre vite sono in vendita, e le informazioni su di noi valgono oro. Il prossimo confine saranno le identità mentali: per questo il Cile ha approvato, primo al mondo, una legge per la protezione dei “neurodati” personali. [Internazionale, Rest of the world]
Ci serve un nuovo paradigma economico
A cura di Giulio Bordonaro
→ Sì, ma come si sviluppa un nuovo paradigma economico?
Anche se non è ancora emersa nessuna alternativa convincente per rimpiazzare il sistema capitalista, esiste una pluralità di organizzazioni in Europa (quelle mappate sono 128) che ci sta lavorando che spaziano da economie locali sostenibili all’educazione degli economisti di domani. Anche se i toni vanno dal diplomatico all’antagonistico e spesso le loro idee sono in conflitto, sta pian piano emergendo un ethos condiviso in grado di mettere in discussione l’egemonia neoliberista. [Demos Helsinki]
→ Esperimenti di gig working civico
La crescente precarietà e l’ipertrofia della gig economy sono strettamente legate a un’interpretazione sregolata del mercato del lavoro. Ma se, al posto di corporation come Uber o Deliveroo, fosse un’amministrazione pubblica a gestire una piattaforma di “lavoretti”? Sarebbe sufficiente questo ad assicurare più dignità, controllo e tutele ai lavoratori? Se lo chiedono a Long Beach, dove un esperimento del genere è iniziato nel 2020 ed è ancora in corso [Next City]
→ Basterebbe il 2% per fermate la catastrofe climatica
Anche il PIL, usato come metro privilegiato del benessere di un Paese, è messo sotto accusa, perché non riesce a dar conto di significativi aspetti ecologici e sociali. Eppure se ogni anno decidessimo di destinare il 2% in più del PIL mondiale (1.700 miliardi di dollari) allo sviluppo di tecnologie e infrastrutture ecologiche, potremmo prevenire gli effetti più nefasti della catastrofe climatica: meno delle spese annue militari globali. [Sapienship]
La distopia di un mondo tokenizzato
a cura di Stefano Daelli
→ È il momento giusto per il mega-ripassone sul Metaverso
Anche se quest’idea nasce 30 anni fa e nel frattempo ha già avuto diverse edizioni (The Sims, Second Life), questa volta si fa sul serio grazie alla prontezza del mercato, disponibilità tecnologica (AR, VR) e predisposizioni delle generazioni giovani. [Meagan Loyst]
→ La cultura “tokenizzata” è un nuova asset class?
La tecnologia della blockchain promette di creare non solo un nuovo paradigma di internet ma della proprietà privata grazie alla possibilità di “tokenizzare” tutto, in particolare ogni oggetto culturale, fino alle persone stesse. Chiunque può investire ma anche tutto diventa potenziale investimento (o speculazione, o gioco d’azzardo?). Era solo questione di tempo quindi che nascesse la borsa valori per oggetti culturali digitali collezionabili o piattaforme tutto-in-uno per comunità creative che vogliono guadagnare in modo democratico del valore che generano collettivamente. [Internazionale, Otis, Myco]
→ Ce la sentiamo di privatizzare anche il prossimo internet?
Che i più entusiasti (finanziatori) di quel ‘web 3.0’ che promette di risolvere i problemi dal capitalismo digitale siano gli stessi venture capital proprietari del famigerato web 2.0 che lo hanno creato dovrebbe metterci all’erta che la loro finalità sia di privatizzarlo. E forse non è un caso che di decentralizzato e crittografato c’è ancora poco. La finanza è antidemocratica per natura perché serve a distribuire le risorse in modo diseguale per generare guadagni individuali e ogni evoluzione tecnologica serve solo a farlo più efficacemente. [The Crypto Syllabus, Moxie, Real Life]
Bacheca di comunità
Phytopolis e il pianeta delle piante
Lunedì 7 febbraio al Teatro Carcano di Milano il botanico Stefano Mancuso racconterà che se gli animali e le piante sono i due poli tra cui oscilla il pianeta quest’ultime sono le più importanti perché «rappresentando la quasi totalità della massa vivente».
Bandi per musicisti
Italia Music Lab ha appena lanciato 3 bandi per sostenere artisti\e e realtà attive in ambito musicale con finanziamenti e formazione. In particolare ‘Facce Nuove 2022’ riservato allo sviluppo delle carriere dei giovani artisti e delle giovani artiste under 35.
Presente 202: Nuove Periferie
Presente è un luogo di sperimentazione editoriale per la redazione di Scomodo. La quinta edizione osserva i fenomeni che coinvolgono le città di Roma, Milano e Torino.
La guida al Contemporaneo
È disponibile la seconda tappa de ‘laGuida nel Contemporaneo’, un progetto che mette a confronto i diversi mondi della cultura, ascoltandone i bisogni e scambiando conoscenze, realizzata da cheFare.
Hai captato un segnale dal futuro?
→ inviacelo a segnalidalfuturo@substack.com
Segnali Dal Futuro è la comunità diffusa di apprendimento per allenarsi ad immaginare il futuro composta da 1.347 persone.
Il numero #19 è curato da Davide Agazzi, Giulio Bordonaro, Ilaria Nicoletta Brambilla, Matteo Brambilla, Mafe de Baggis, Stefano Daelli, Giorgio De Ambrogio, Cinzia D'Emidio, Valentina Lunardi, Luca Monti, Francesco Pirri, Theo Salvi, Silvia Spinelli, Giulio Zucchini.
Introduzione di Valentina Lunardi.
Aggiornato 6 febbraio 2022, ore 19:00.
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