Dove sono finite le persone? #31
Segnali da → negazionisti del placemaking, lezioni sulle città di cui forse potreste fare meno, manifesti di roboetica, influencer di petrolio, bestiari social, Grandi Riparazioni
Cosa fare quando le categorie per interpretare la realtà perdono di senso? Come destreggiarsi tra l’affollamento di opinioni, informazioni di dubbia credibilità e soluzioni un tanto al chilo?
Dall’ultima newsletter abbiamo collezionato segnali contraddittori, foschi, stanchi. Che si parli di relazioni tra uman* e territori, città, tecnologie che sviluppiamo. Persino con la musica e lo sport. Ma soprattutto, così sembrano le relazioni con altr* uman*.
A questo stallo amareggiato, si contrappone una tendenza inversa: un fermento incessante, una produzione di contenuti che va dallo stare online a vendere 24/7 a quelli che, anche quando di valore, finiscono per smarrirsi nel caos.
Ne emerge un quadro che fatichiamo a comprendere. Allora, facciamo che questo numero di Segnali dal Futuro resta sospeso, come un respiro trattenuto. Cerchiamo di raccapezzarci, di ascoltare meglio, di andare a scovare voci con megafoni meno potenti, in attesa di scorgere delle piste promettenti.
Nel frattempo, dateci la mano e immergetevi con noi nel buio del radar.
Gente che lascia e se ne va
→ a cura di Stefano Daelli
Bel pezzo di Gainsforth su quella voglia di montagna come forma di sopravvivenza alla città, totalizzanti e annichilenti, sempre più inaccessibili. La montagna come alternativa «almeno fino a quando le metropoli non l'avranno inglobata»
In molte zone rurali degli Stati Uniti sta succedendo qualcosa di complesso: l’afflusso costante di nuova popolazione sta facendo crescere l'economia, ma questo aumento sta sovraccaricando le risorse locali e creando tensioni sociali ed economiche, con la crescita come dei prezzi delle case e la saturazione delle scuole e delle strutture sanitarie. Un equilibrio non sembra essere vicino.
Specialmente per le generazioni più giovani, la crisi climatica è una questione così ‘esistenziale’ che preferiscono dimettersi dal proprio lavoro quando gli impegni e le azioni delle aziende datrici di lavoro non si allineano con i loro. Una spinta in più alle corporation per darsi da fare concretamente.
Reinier de Graaf, partner del mega-studio OMA, ha una confessione provocatoria da farti: non ha ancora capito il ‘Placemaking’ in pratica che cosa sia. Crede che la sua forza persuasiva e il suo “successo commerciale” stia proprio in questo: la mancanza di una definizione condivisa permette a interessi opposti di concordare su qualcosa senza entrare nel merito lasciando così al business di andare avanti as usual.
Il lavoro ibrido sta moltiplicando il numero di lavoratori "super pendolari". Cioè di coloro che localizzano la propria vita personale e professionale in due luoghi molto lontani e diversi. Fino ad arrivare a situazioni come Detroit e Baltimora negli Stati Uniti, città da tempo in declino che per attrarre nuovi cittadini si stanno riconvertendo da ex-centri manifatturieri a "rifugi climatici" che proteggono dalle alte temperature e da condizioni meteorologiche estreme.
La musica che ascoltiamo è connessa all’umore collettivo: un’analisi quantitativa delle canzoni pop mostra il “rallentamento” medio e l'uso sempre più diffuso delle tonalità minori che unite restituiscono un'atmosfera più cupa e pessimistica. Un segnale rivelatore del malcontento e della tensione nella società contemporanea.
Fonti: Lucy sulla cultura, Bloomberg, BBC, Dazeen, Futureparty, Honest broker.
Città che fanno cose
→ a cura di Francesco Pirri
«Oggi, più della metà della popolazione mondiale vive nelle città. Entro il 2050, la percentuale raggiungerà il 70%» Introduzione del 60% dei saggi degli studenti di Politiche Urbane, quante volte avete letto questa frase ? Anche secondo Bertram Niessen, viviamo oggi circondati da una sete enorme di sapere pubblico e condiviso sulle città. Attivisti, specialisti ma anche cittadini normali chiedono in maniera crescente contenuti sulle trasformazioni urbane.
Di fronte a questa crescente domanda, l'offerta non si fa attendere. Siamo bombardati da articoli che ci comunicano "le 8 lezioni per le città", manifesti che analizzano e traducono le realtà delle amministrazioni pubbliche, frameworks su cosa fare per cambiare il sistema, festival delle città che cambiano, articoli che ci ricordano dell’importanza delle città per gli investimenti sostenibili e barometri che attribuiscono punteggi. In mezzo a questa proliferazione, troviamo spesso rapporti di qualità, come la nota d’informazione sugli adattamenti alle ondate di calore del Consiglio di Parigi o l'analisi dei dati Airbnb su Milano effettuata dall’Off-topic Lab.
Ma fare chiarezza, sapere chi ascoltare, è sempre complesso. E lo è ancora di più nel caso del futuro delle città, che dipende dalle nostre scelte comuni, scelte politiche che sono e devono essere libere da influenze esterne. Come Segnali dal Futuro, ci troviamo di fronte a questo dilemma ogni numero. Questo mese, vogliamo accettare l'incertezza e il rumore, condividerli con voi, tenendo le orecchie tese per la prossima nota acuta che emergerà dalla confusione.
Fonti: Dite, Proptech 360, Labsus, Open Policy, Will Media, United Nation, Bloomberg, Ville de Paris, Off Topic Lab.
Intelligenza Artificiale: Yes, But
→ a cura di Valentina Lunardi
Vantaggiosamente inquietante
L’era dell’intelligenza artificiale è appena iniziata, ma il dibattito su quanto sia vantaggiosa, inquietante o potenzialmente distruttiva continua, con dubbi su quale sia il giusto tavolo dove discuterne e chi invitarci (per esempio conversarne con Elon Musk a qualcuno non sembra una buona idea). Nel frattempo però l’AI si fa largo in spazi quotidiani e ci fa abituare alla sua presenza, da Spotify che sperimenta la traduzione artificiale delle voci in altre lingue al riconoscimento facciale che si fa largo nell'industria del travel.
Sfruttamento artificiale
Lo sapevi che con l’AI puoi immaginare una città più verde e ciclabile? Bello, peccato nel frattempo Microsoft sia sotto accusa poiché i suoi data center in Iowa hanno consumato enormi quantità di acqua per raffreddare i server durante l'allenamento del modello linguistico ChatGPT-4 di OpenAI, mentre la siccità della regione si prolungava da tre anni.
Cercasi disperatamente un’etica (umana)
Nel paese che più sperimenta nuovi modi per mantenere la “stabilità sociale” (come ordinare ai social media di bloccare contenuti femministi, anche se il movimento in Cina resiste), si diffondono avatar deepfake con anche le sembianze femminili delle più note influencer cinesi, che possono così essere in servizio 24/7. Un asservimento artificiale dell’immagine femminile che si tinge di ombre fosche quando il deepfake è utilizzato per fare propaganda per l’ultimo triste conflitto a cui stiamo assistendo.
Forse come recita ironicamente il manifesto per una roboetica universale è “L’Amicizia tra uomo e macchina l’unico scenario possibile di un’etica informata del mondo che verrà.” O forse è da ricercare prima l’amicizia anche solo umana.
Fonti: Futurism, Digital Trends, Future Party, 404 Media, Technology Review, Rest of the World, Wired, Detarobot, Dutch Cycling Lifestyle
Mercanti di Influenze
→ a cura di Davide Agazzi
Ripercorrere la storia degli ultimi due decenni attraverso quella storia dei social media. Grazie ad “Extremely Online”, libro di Taylor Lorenz, tra le più note columnist di tecnologia e cultura del Washington Post. Una vera e propria cronistoria delle nostre esperienze online, dove gli influencer prendono sempre più piede, tra mille contraddizioni (per una compagnia petrolifera che si inventa una esperienza adrenalinica su Fornite per promuovere i combustibili fossili tra i giovani c’è una 23enne che si inventa una stilosa rassegna stampa su TikTok e convince migliaia di follower ad abbonarsi a giornali cartacei).
Non è solo online che si creano nuovi trend. Ce lo insegna molto bene l’Arabia Saudita che, per rendere più credibile il proprio piano di riforme e riposizionarsi sullo scacchiere geopolitico, investe una incredibile quantità di risorse nel mondo dello sport e nel turismo (a botte di sponsorizzazioni, spot e manifestazioni internazionali). Dettagliatissimo dossier a cura cura di Play The Game.
Il futuro della musica passa da un'ulteriore finanziarizzazione e dall’attivismo dei fan investitori? È quello che sembrano pensare i fondatori di Jkbx, un marketplace in cui sarà possibile comprarsi una frazione delle royalties dei nostri artisti preferiti. Creando una serie di interessanti quanto preoccupanti cortocircuiti tra gli artisti e i propri pubblici.
Fonti: The Washington Post, LSN Global, Io Donna, Play the Game, Wired.
Social e tecno delusi
→ a cura di Chiara Leonardi
La gentrificazione del web
Nei suoi primi anni, l’internet era un posto curioso e pieno di pieghe, popolato da personaggi creativi, strambi o incompresi che si riunivano online per condividere teorie, passioni e stravaganze. Nel giro di qualche decennio la rete ha esteso i suoi confini per abbracciarci tutti, ma sembra non esserci più tanto spazio. Se non quello che condividiamo ora nella stessa manciata di app, per ascoltare la blanda, stanca e brandizzata cadenza degli influencer.
Aggiungici la tirannia delle raccomandazioni algoritmiche, e il social diventa quello che ora è una bolla chiusa e noiosa abitata da pubblicità invadenti, meme logorati dalle ricondivisioni e post vecchi. Questo internet non è mai stato così affollato ma non è mai stato nemmeno così vuoto.
E dove migrano le interazioni umane quando il social web diventa una vetrina da scrollare? Probabilmente nelle chat di gruppo, che ci stanno comunque sfuggendo un po’ di mano.
Tecnocrazia e personalità
Non esiste ancora un manuale di istruzioni su come utilizzare l’intelligenza artificiale al lavoro. Fioriscono però studi per capire le inclinazioni e le modalità di interazione che mettiamo in campo per farci supportare dalla tecnologia nei nostri task quotidiani. A seconda del tuo grado di confidenza, fiducia, pigrizia o scetticismo, potresti oscillare tra personalità centauro e personalità cyborg.
Ma se è relativamente facile comprendere come usiamo le nuove tecnologie, è più difficile mettere a fuoco il significato che decidiamo di dargli. In questo mondo tecnocratico, il dibattito è prevalentemente animato da scettici apocalittici e tecno-ottimisti, sovraeccitati dalla missione di dimostrare come la tecnologia possa risolvere tutti i mali o come ci stia inevitabilmente portando a un rischio esistenziale. Una proposta è quella di essere un po’ più ostinati e partecipare al dibattito con problemi migliori.
Fonti: New Yorker, Embedded, The Atlantic, One Useful Thing, Futuri Preferibili
Bacheca di Comunità
→ a cura di Silvia Spinelli
Vacancy: vuoi aiutare a sviluppare politiche che promuovono il commercio locale e migliorano la qualità delle città? FROM cerca policy analyst freelance per temi di economia urbana e commercio di prossimità.
SOS Avengers del clima Cercasi: Il Journal of City Climate Policy and Economy (JCCPE), in collaborazione con il Global Covenant of Mayors for Climate and Energy (GCoM), offre due interessanti opportunità di ricerca sull'azione climatica.
Future Days è una piattaforma globale in cui narrazioni concrete trovano un linguaggio comune per promuovere un cambiamento positivo. Mostrare il proprio superpotere per trasformare le politiche cittadine in azioni ecologiche, non è mai stato così semplice.
Smartworking ed aree montane: tra un bonus psicologo ed uno bicicletta, è arrivato il momento di bonus anche per i “nuovi montanari”?
14 ottobre 2023 – 14 gennaio 2024, Akademie der Künste, Berlino. La Grande Riparazione, una mostra che cattura la convergenza tra l'ambizione rivoluzionaria per un cambiamento sistemico e l'atto evolutivo della riparazione.
Se hai un talento segreto nella gestione di piani, progetti o programmi finanziati da fondi internazionali, il Comune di Milano ha lanciato un avviso di selezione per formare una short-list di esperti.
La Fondazione Realizza il Cambiamento e ActionAid International Italia E.T.S. hanno aperto il bando RISE, che si chiuderà il 31 gennaio 2024. L'iniziativa sostiene proposte per promuovere, proteggere e far rispettare i Diritti e i Valori dell’Unione Europea.
Segnali dal Futuro è un progetto collettivo che intercetta e racconta storie, sperimentazioni e innovazioni sociali, culturali, tecnologiche, politiche ed economiche.
Nasce da un esperimento dei fondatori di FROM che continua a sostenerla.
Questo numero è curato da Ilaria Nicoletta Brambilla.
Hanno contribuito: Davide Agazzi, Giulio Bordonaro, Matteo Brambilla, Mafe de Baggis, Mario Bochicchio, Stefano Daelli, Giorgio De Ambrogio, Cinzia D'Emidio, Nicoletta Gomboli, Chiara Leonardi, Valentina Lunardi, Luca Monti, Francesco Pirri, Filippo Pretolani, Matilde Sergio, Silvia Spinelli e Giulio Zucchini.
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