Perché c’è così tanta ansia nell’aria? #12
Segnali da → uffici ibridi, patrimoni, case isolate, economia circolare, sindaci innovativi, affissioni, giardini digitali e open call
I cambiamenti generano ansia. È un fatto. Oggi che ne siamo sommersi, inondati da una miriade di segnali discordanti, trovare coordinate affidabili sembra impossibile. Ecco quindi tanta ansia.
Appena ci siamo messi in ascolto Con Segnali Dal Futuro abbiamo compreso quanto fosse urgente imparare a distinguere tra segnali rilevanti e rumori di fondo che ci distraggono e ci rubano energie.
Per operare delle distinzioni ti proponiamo allora alcune linee guida:
Ci sono momenti in cui partono degli adattamenti locali all’interno di uno scenario dato. Possiamo chiamarli «trend» e sono quelli che finiscono nei tanti ‘trend report’ che ci condividiamo. Sono utili perché ci danno indicazioni su cosa andrà di moda la prossima stagione per darci il tempo di adeguarci.
Ci sono momenti in cui un tot di cose cambiano tutte insieme modificando lo spirito del tempo. Un “pacchetto” di codici culturali mutano e producono quelli che Sean Monahan definisce «Vibe Shift». Siamo all’interno di un romanzo, finisce un capitolo e ne inizia un altro. Hanno scale temporali più lunghe, fino a decenni, anche se ultimamente questi shift si sono susseguiti, non casualmente, sempre più rapidamente.
Infine ci sono i momenti in cui cambia tutto. Un intero sistema di valori finisce e si passa da un vecchio ordine politico-culturale ad uno nuovo: ciò che fino a ieri consideravi una cosa di senso comune nel giro di pochi mesi ti sembra una assurdità. Sempre per degli ordini di grandezza, questa tipologia di «sostituzione di sistema» avviene ogni 50 o 70 anni.
All’inizio di Segnali Dal Futuro eravamo convinti di essere sulla soglia di un vibe shift e questo processo di ascolto e curatela aveva la finalità di descriverne le caratteristiche.
A quanto pare però, quelli che ci arrivano da più parti ci dicono che stiamo attraversando una cambio di sistema. È questo il motivo per cui siamo circondati da ansia, incoerenza e disordine? Crediamo di sì.
Ecco che per superare questo stato dobbiamo imparare a distinguere tra i segnali e selezionare quelli per cui è produttivo preoccuparci.
Il nervosismo che c’è nell’aria è dovuto all’ordine di grandezza di questi mutamenti che inizialmente cogliamo solo inconsciamente, come quegli uccellini che si accorgono per primi dell’arrivo di un terremoto.
Per non restare spiazzati dobbiamo lavorare sulla consapevolezza che non siamo in una fase di ottimizzazione locale ma nel bel mezzo di una transizione di sistema.
Chi non si renderà conto che ciò che sta cambiando è la direzione della storia rimarrà fortemente spiazzato. Chi si prepara a veder cambiare tutto scoprirà che ci sono anche tanti spazi su cui costruire. Il prezzo è lasciarsi alle spalle tante delle proprie certezze.
Di quale gruppo fai parte?
Disuguaglianze da capire
Sono diventate così enormi che per riuscire a comprenderle dobbiamo dotarci di strumenti nuovi
→ Un patrimonio personale che è senza fine come uno scroll
Molte persone si oppongono alle proposte di tassazione degli ultra ricchi perché raramente hanno visto i rispettivi patrimoni rappresentati in scala. Se vuoi vedere quanto è incommensurabile la differenza di ricchezza tra te e Jeff Bezos prova a visitare il progetto di Matt Korostoff. N.B. Ogni 10 pixel sono 5 milioni di dollari = scrollerai tanto.
→ La ricchezza del mondo in 1000 esagoni
Le diseguaglianze sono anche regionali. Ad esempio, qual è la regione del mondo più ricca del mondo? È più ricca Tokyo o la Svizzera? Questa mappa visualizza la ricchezza del mondo in 1000 esagoni ciascuno equivalente al 1‰ del PIL mondiale. Ad esempio la California è più grande dell’Africa ma anche di tutto il Sud America; il Guanzdong è più della Spagna e il Texas equivale circa all’Italia.
Modi di lavorare
Non siamo più disposti ad accettare delle regole che garantiscano il corretto funzionamento di un’organizzazione impersonale senza tenere conto del benessere degli individui. Come è evidente che sono troppo poche le persone possono permettersi questo genere di negoziazione.
→ Farsi licenziare pure di non tornare in ufficio
Se i dipendenti di Apple hanno chiesto all’amministratore delegato Cook il diritto di poter scegliere se rientrare in ufficio per tre giorni a settimana, come vorrebbe l’azienda, o se poter decidere di volta in volta secondo le proprie necessità; un numero sempre più alto di adulti dichiara che prenderebbero in considerazione di licenziarsi se i propri datori di lavoro non cambiassero idea sul lavoro a distanza. Ma questa scelta è disponibile solo per i lavoratori della conoscenza che guadagnano molto. [The Verge, Bloomberg, Kneeling Bus]
→ I molti modi diversi del lavoro ibrido
Mentre è chiaro che i nostri modelli di lavoro sono cambiati, è meno chiaro quale sarà il modello a lungo termine. Questo sondaggio indica una preferenza per quello ibrido, più flessibile e inclusivo, ma che ha tante sfumature. Le fattori di fondo sono la competizione globale per i talenti ma anche i bias personali dei vertici aziendali che tendono a scegliere opzioni funzionali ai loro stili di vita. [Andreessen Horowitz – Segnalato da Enrico Mattiazzi]
→ Non perdere il filo tra vita privata e vita lavorativa
Annalisa Monfreda, direttrice di “Donna Moderna”, dà una testimonianza onesta e precisa della sfida di ridisegnare le giornate per ritrovare l’armonia perfetta tra vita e lavoro, affinché questi due momenti si possano arricchire a vicenda e non annullarsi [Mondadori – Segnalato da Montserrat Fernandez Blanco]
→ Ti ospita per una settimana in campagna ma non è Airbnb
Marco Andolfato offre due posti per fare smart working in una casetta che ha da poco acquistato a Motrone, un paesino isolato della Toscana. Non importa se non lo conosci, basta che gli racconti perché sei la persona giusta. È un’idea provocatoria? Probabilmente. Se invece fosse questa la nuova normalità di cui si parla non sembra troppo male. [YouMark]
Città da riprogrammare
Due problemi urgenti: come utilizzare gli spazi che resteranno vuoti (vedi sopra) e ripristinare il benessere delle persone al loro interno.
→ Reinventare hotel e negozi vuoti come alloggi a prezzi accessibili
Molti edifici di New York nati per accogliere lavoratori, turisti, clienti di grandi catene di retail cercano una nuova vita. Così alcuni proprietari e operatori si stanno attrezzando per convertirli in strutture residenziali con un occhio alle esigenze non solo dei clienti più ricchi. Può essere una strada per scongiurare un destino da città fantasma e anzi renderla occasione di nuova vitalità? [New York Times]
→ Quello che i sindaci più innovativi progettano per il futuro
631 città di 99 paesi hanno presentato i loro progetti più innovativi per il concorso ‘Mayors Challenge’. La lista dei vincitori permette di trarre delle indicazioni interessanti sul futuro: più della metà delle candidature riguarda il tema ‘Health and Well-Being’, il coinvolgimento dei residenti nella risoluzione dei problemi sarà prioritario e l’approccio ‘tech-first’ sarà sostituito da quello “tech-solo-se-necessario”. [City Lab]
→ Affissioni pubblicitarie di denuncia
Ambiente, rifiuti, salute e persone sono i quattro ambiti di indagine usati dal think tank Circle per analizzare lo stato di salute del pianeta a partire da Milano. Con una campagna di comunicazione per affissioni di manifesti apparsi nelle vie dei quartieri denuncia lo sfruttamento di risorse della città attraverso statistiche allarmanti.
→ 10 proposte per resistere virtuosamente all’Antropocene
A proposito di cambi di paradigma, nel libro ‘Città Aumentate’ Maurizio Carta propone 10 «gesti-barriera» per provare a resistere virtuosamente alla crisi del Antropocene. [Segnalato da Federico Zappini].
→ Figure professionali nel welfare di comunità.
È stata pubblicata la ricerca ‘Le nuove figure professionali nel welfare di comunità. Saperi e pratiche del community management’. Il risultato è la descrizione di una nuova figura ibrida tra coach, facilitatore, educatore e animatore che agisce come «agente di collaborazione». [Welfare in Azione – Segnalato da Francesca Battistoni]
Ambiente da curare
metabolismi urbani, giardini fisici e digitali e crisi climatiche che diventano anche digitali
→ Da petrocapitalismo a filosofia circolare
Il paradigma neoliberista sta vacillando: a livello globale sono evidenti le diseguaglianze e a quello locale mettiamo in discussione il modello delle città. Emanuele Bompan e Piero Pelizzaro suggeriscono che per rimetterle in salute e renderle resilienti dobbiamo sostenere la transizione dal modello lineare petrocapitalista a quello circolare. [Renewable Matter].
→ Storia sociale degli orti urbani nel XX secolo
Il libro del paesaggista e storico Franco Panzini ripercorre la storia e cambiamenti dell’agricoltura urbana arricchita di testimonianze fotografiche e illustrazioni bellissime. Dopo anni di oblio oggi l’orto urbano è tornato non solo come moda pop ma come segno di una ritrovata coscienza ecologica.
→ Un giardino digitale per crescere grazie alla diversità
Somewhere Good è una app mobile che promuove la connessione tra persone all’interno di gruppi di interesse specifici – come il gruppo di birdwatching di persone di colore o il club di libri anticapitalisti. La piattaforma incoraggia le persone a citare contenuti per far germogliare incroci e sfumature che possano far crescere i membri come un vero giardino vivente. Dopo aver raccolto $3.75 milioni di investimento oggi è accessibile solo su invito e debutterà al pubblico questo inverno.
→ Il futuro vicino in cui la distruzione climatica è una meta turistica
L’artista Alice Bucknell attraverso ‘Swamp City’ immagina un futuro in cui le Everglades, distrutte da crisi climatica, diventano una ritiro di eco-turismo di lusso per star del cinema e manager della finanza in jet privato. È un’opera digitale che indaga le tensioni tra sviluppo immobiliare, stile di vita capitalistico, tecnologia intelligente e ecosistema morente.
Call aperte per intelligenze collettive
Roots Routes Magazine: è aperta la call per il numero «Ricco Patrimonio / Povera Patria» a cura di Cristina Alga e Paola Bommarito per contributi su democrazia, esercizio di cittadinanza, diritti culturali, definizione dei beni comuni e della loro gestione tra pubblico e privato connessi alla gestione del patrimonio artistico e naturale.
FeltrinelliCamp: Fondazione Feltrinelli promuove una call europea per giovani attivisti, ricercatori e professionisti per partecipare a due giorni di workshop dedicati alle sfide e opportunità per città e territori dal punto di vista ecologico, sociale ed economico.
Perimetro: nell’ambito del Public Program di Milano Urban Center, è aperta fino al 10 luglio la call per progetti che raccontano la città attraverso le tematiche di genere, dello spazio pubblico, dell’agricoltura urbana e dei grandi eventi. I progetti selezionati verranno commissionati e saranno esposti presso la Triennale.
→ «If we gave you a country, what would you do with it?»
È la domanda che Accelerate Estonia ha posto ai potenziali imprenditori visionari coinvolti in una 3 giorni di lavoro sul futuro del paese. I vincitori hanno dato la loro risposta direttamente al Presidente dell’Estonia, a una serie di Ministri e di altre alte cariche dello Stato durante un recente summit.
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Segnali Dal Futuro è la comunità diffusa di apprendimento per allenarsi ad immaginare il futuro.
In questo numero:
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Aggiornato 19 giugno 2021, ore 19:00.