Siamo pronte per la rivincita dei bro? #35
Segnali da → bro culture, spiritualità, assicurazioni, fantascienza, elezioni americane, corsa al riarmo, buoni propositi per il 2025 e un invito per incontrarci dal vivo
Ciao, bentornati su Segnali Dal Futuro, la newsletter partecipativa che cerca di leggere i segnali del presente, interpretarli e condividerli con una comunità di esploratrici ed esploratori per comprendere cosa ci riserva il domani.
Questo è un numero particolarmente ricco e vario. La complessità che ci circonda continua ad aumentare. Non ci resta che proseguire con il nostro lavoro di costante ascolto ed interpretazione.
Come sempre, potete partecipare in maniera attiva alla newsletter segnalando gli articoli che vi colpiscono di più all’indirizzo segnali.mail@gmail.com.
Bro culture: la mascolinità come visione del mondo
→ a cura di Valentina Lunardi
La “rivincita” dei bro. Sulla vittoria di Donald Trump un fatto è certo: dal figlio Barron alla nutrita squadra di personalità di podcast, YouTube e Twitch, molte energie sono state spese per raggiungere e conquistare il “bro vote", il voto dei giovani elettori maschi (tra i 18 e i 30 anni circa), e la strategia ha ripagato. E anche se è partita la corsa a capire chi è il bro che non sapevi di avere accanto, da tempo i sondaggisti statunitensi ed europei indicavano un certo spostamento a destra dei giovani elettori maschi.
Dal Marlboro guy allo Zyn bro. Se c’è stato un momento in cui con “nuova mascolinità” si intendeva la ricerca di definizioni più fluide e sfumate sull’essere uomo, quel tempo sembra finito. Tra immaginari muscolari e viral masculinity è in corso un processo di iper-genderizzazione che dalla politica allarga i suoi effetti su spazi più o meno scontati. Grazie anche al presenzialismo del “broligarca” Elon Musk, l’”ideologia bro” sta scoperchiando un universo economico, linguistico e culturale in espansione, dove c’è naturalmente anche spazio di brandizzazione. Cosa può definire un vero uomo meglio di una Marlboro Zyn?
Korea dreaming. Nel frattempo, tra chi ha un utero crescono le preoccupazioni: mentre, anche grazie all’attivista di estrema destra Nick Fuentes, lo slogan “Your body, my choice” diventa virale, le pillole del giorno dopo scompaiono dagli scaffali e si moltiplicano online spazi di aiuto, confronto e consiglio per prepararsi a sopravvivere nella nuova era “trumpiana”. Travalicando i confini statunitensi: dalla Corea il movimento femminista, anti-conservatore e anti-patriarcale 4B (basato sui concetti di niente sesso, figli, matrimonio o appuntamenti con gli uomini) si fa largo in un Occidente dove chi non si riconosce in uomo cis è in cerca di risposte.
Fonti: Il Post, The Atlantic, Axios, The Future Laboratory, Transforming Society, Iconografie, NYT, NBC, Vogue, Factanza, Wired
Big Spiritual Asian Market
→ a cura di Giulio Zucchini
L'Asia reinventa la religione, meno radicale e più creativa che negli Stati Uniti o in Europa. Riti buddisti e tradizioni taoiste incontrano la tecnologia, l'alcol e la K-Pop. Irresistibile.
I giovani cinesi mischiano alcool e misticismo. I giovani cinesi stanno affollando bar che combinano alcol e spiritualità, come i "Sip of Oracle" presenti in tutta la Cina. Questi "spiritual bar" offrono cocktail ispirati alla filosofia taoista e pratiche come la diagnosi del polso, una tecnica di medicina tradizionale cinese, e letture dei Ching. Questi luoghi attraggono una generazione stressata in cerca di risposte sul futuro, offrendo conforto a chi affronta disoccupazione e incertezze.
Il sogno di una vita in Corea? La Gen Z occidentale è sempre più attratta dalla nuova "terra promessa" asiatica, alimentata dalla K-pop e dall'effetto Netflix. Cercano di sfuggire a una società percepita come eco-ansiosa, polarizzata e senza prospettive, i giovani europei si rifugiano in un mondo sicuro, roseo e spensierato. Anche se tanto fake.
Finalmente possiamo parlare con Dio. Sì, ancora un articolo sull'intelligenza artificiale. Questa volta per capire come l'IA cambierà il nostro modo di vivere con la religione. Mindar, per esempio, è il primo robot in silicone che “lavora” come sacerdote buddista a Kyoto. Le principali fedi globali stanno esaminando il loro rapporto con l'IA (per la gioia dei consulenti internazionali) e alcune stanno iniziando a integrarla nel culto. Robot sacerdoti possono recitare preghiere, fare sermoni e offrire conforto in crisi spirituali. La giornalista Sofia Bettiza della BBC esplora se il rapporto tra IA e religione sia solo una moda o se possa trasformare realmente l'esperienza della fede.
Gli uomini giapponesi sono sempre più atei e superstiziosi. Negli ultimi vent’anni in Giappone, il numero di credenti è diminuito drasticamente, soprattutto tra gli uomini, secondo un’indagine della televisione pubblica NHK. Gli atei sono aumentati dal 45% al 51%. Le pratiche religiose tradizionali sono meno frequenti, mentre cresce l’interesse per attività "simili alla religione", legate ai riti, ai talismani e alle preghiere. Al contrario i giovani, soprattutto donne, cercano luoghi spirituali tradizionali.
Fonti: Semafor, Le Figaro, BBC, Japan Today.
I cambiamenti climatici (non) sono assicurati
→ a cura di Ilaria Nicoletta Brambilla
Vi siete già chiesti se i vostri beni saranno considerati assicurabili anche nel futuro incerto dell’antropocene? E comunque, sarete in grado di pagare le tariffe? In Francia, dove le coperture assicurative sulle case sono obbligatorie (come in molti paesi), la Autorité de contrôle et de résolution prudentiel (ACPR) della Banque de France ha fatto uno stress test di breve e lungo periodo. La simulazione ha mostrato che, a causa della previsione dell’aumento di eventi climatici di maggiore intensità e frequenza e delle relative conseguenze, le tariffe aumenterebbero del 158% portando un numero non indifferente di persone a rinunciare ad assicurarsi.
Situazione simile in Australia, dove già oggi sono 1.6 milioni le famiglie che faticano a pagare le polizze sulla casa, un aumento di 400 mila nuclei rispetto al 2023 e che è destinato a salire a causa dei maggiori rischi provocati dalla crisi climatica, secondo gli autori del rapporto “Home Insurance Affordability and Home Loans as Risk”. I segnali vengono dalle compagnie assicurative stesse: l’ultimo rapporto AXA, il “Future Risks Report”, ha chiesto a 23 mila persone in 50 paesi, tra esperti e persone comuni, di fare una classifica dei 10 maggiori rischi per il futuro. Indovinate? Il 77% ha risposto “cambiamenti climatici”.
Qualche buona notizia dal mondo delle assicurazioni, finalmente, arriva: Generali Assicurazioni ha deciso di smettere di assicurare le aziende del petrolio e del gas prive di un piano di transizione, dopo aver già mollato anni fa quelle del carbone. Una scelta anche influenzata dall’azionariato critico. E dalla COP29 di Baku arriva il report inaugurale del “Forum for Insurance Transition to Net Zero (FIT)”, una guida alla transizione per compagnie assicurative che ne riconosce il ruolo di gestori e operatori del rischio e di investitori nel favorire un’economia resiliente e a emissioni zero (secondo i termini adottati dal programma per l’ambiente delle Nazioni Unite).
Fonti: Novethic, Actuaries, Axa, Valori, UNEP
La Fanta-Scienza di cui non sentivamo il bisogno
→ a cura di Mafe de Baggis
Fantascienza, ma non del tipo che ci piace, perché in questo caso parliamo di scienza inventata, un genere letterario di cui nessuno sentiva il bisogno. Non pseudoscienza o junk science, che ha il pregio di essere riconoscibile, almeno tra pari: un problema emergente, anche dal passato, è la quantità di ricerche con una caratteristica poco scientifica, l’uso di dati un pochino ritoccati, se non proprio inventati. La lettera scarlatta di questo problema è R, che sta per “Retractions”, cioè paper proposti, verificati, accettati e poi ritirati (dalla redazione o dall’autore) per errori o contraffazioni. Il caso più clamoroso di R di un paper che non sarebbe mai dovuto arrivare alla pubblicazione è lo studio che provava la correlazione tra vaccini e autismo, pubblicato da Lancet nel 1998, uno studio che provoca danni ancora oggi, pur essendo stato più e più volte confutato.
A volte i dati e le conclusioni sono corrette, ma vengono usate in modo fraudolento: è quello che ha fatto Purdue Pharma per convincere i medici statunitensi che l’OxyContin non causava dipendenza, basandosi su una lettera scritta da un medico al New England Journal of Medicine in cui veniva raccontato l’uso ospedaliero (e controllato) degli oppioidi. L’epidemia degli oppioidi statunitense, con centinaia di migliaia di morti, poggia sull’uso disinvolto dei dati, avallati dalla FDA.
Per capire le conseguenze della R sul paradigma medico-scientifico prima e sulla società poi ne segnaliamo due, sul tema del comportamento umano, che non hanno retto a un'analisi più attenta:
The Stanford Prison Experiment. È l’esperimento che, in teoria, dimostra la naturale propensione alla crudeltà umana, appena resa possibile dalle circostanze. Così famoso che ne è stato tratto un film, così artefatto che è uscito un documentario per raccontare come è stato costruito.
Il Marshmallow experiment. Se a quattro anni riesci a non mangiare subito un dolce che ti viene offerto, aspettando pochi minuti per averne due, riuscirai meglio nella vita. In questo caso un esperimento serio, articolato, che ha seguito negli anni i bambini dimostrando l’effetto predittivo, poi usato come base per educazione e didattica. Peccato che nuovi studi hanno dimostrato che i bambini capaci di resistere erano bambini di classe media ed elevata, più abituati a “dolcetti” che a “scherzetti” e che quindi, naturalmente, hanno anche avuto meno problemi crescendo.
Fantascienza, dicevamo. Che non è solo viaggi spaziali, ma anche creazione di società alternative, con dati inventati o costruiti ad arte. Ci torniamo, intanto teniamo d’occhio il numero crescente di PP=Articoli in PubPeer e di paper scritti con intelligence artificiali generative. Né PubPeer né le GenAI di per sé rappresentano un problema, non fosse per l’evidente sciatteria e mancanza di controllo di numerosi paper, che mantengono nel testo evidenze dell’assenza di riletture.
Fonti: Retraction Watch, Nature, Tiziana Metitieri, Lancet, The Atlantic, National Geographic, UCLA, Rutger Bregman.
Che segnali ci mandano le ultime elezioni americane?
→ a cura di Davide Agazzi
Sono settimane piene di analisi raffinate e approfondite sulle elezioni americane. Francesco Costa, Dino Amenduni, Mattia Diletti, Arianna Ciccone e Martino Mazzonis sono tra i nostri analisti politici preferiti. Facci sapere a quali fonti ti abbeveri tu!
Nel frattempo, tra le tante cose lette, ne condividiamo tre che ci sembrano particolarmente significative. Siamo sicuri che continueremo a parlarne, perché orienteranno le azioni e le decisioni della prossima amministrazione Trump. Tanto vale capirci qualcosa di più.
Che cos’è il Progetto 2025? Il piano di trasformazione degli Stati Uniti confezionato dalla “Heritage Foundation”, uno dei principali think tank americani di destra radicale. Formalmente disconosciuto dallo stesso Trump, presenta piani di riforma precisi relativi a tutti gli ambiti di governo. Scommettiamo tornerà di attualità in diverse occasioni, nei prossimi anni. Perché in un mondo desideroso di cambiamento, in realtà sono in pochi a fare lo sforzo di definire come le cose è possibile cambiare concretamente.
Che ruolo avrà Elon Musk? In realtà non è importante, perché la sua influenza straborderà qualsiasi delega formale gli sarà attribuita. Dunque, ha più senso cercare di capire quali sono gli immaginari e le idee che animano il nuovo imperatore dell’era Trump.
Il vento del cambiamento ha sempre a che fare con identità e cultura. Il voto è solo una conseguenza di sommovimenti culturali e sociali che le proposte politiche possono solo comprendere ed intercettare. Ne parla “Valigia Blu” in questo articolo sul voto dei giovani bianchi. Consigliamo di leggere anche questa spigolosa analisi di Sean Monahan, il principe dei “vibe shift”.
Fonti: BBC, Doppiozero, ValigiaBlu, 8Ball
Armi reloaded: una rinascita dell’industria militare
→ a cura di Stefano Daelli
Con una rapporto di causa-effetto tutto da chiarire, i risultati delle elezioni statunitensi accelerano il processo di rimilitarizzazione del mondo occidentale.
Al “GLOBSEC Forum 2024” di Praga, Ursula von der Leyen ha affermato che, per stabilizzare il proprio futuro, l'Unione Europea deve rendere la sicurezza un pilastro centrale delle sue politiche. Questo richiede un aumento della spesa per la difesa, che ha raggiunto quasi 300 miliardi di euro, la modernizzazione dell'industria militare e la creazione di una solida struttura di difesa continentale.
Questo comporta anche enormi trasferimenti di risorse che stravolgono le geografie economiche. Negli Stati Uniti, secondo Bruce Katz, Milena Dovali e Benjamin Weiser, i massicci investimenti pubblici per la rimilitarizzazione, il reshoring e la decarbonizzazione industriale stanno creando nuovi hub di innovazione tecnologica ed energetica. Un esempio significativo è l'area di Dallas-Fort Worth, che ha visto ingenti flussi di finanziamenti pubblici, trasformandosi in un centro di crescita industriale e modernizzazione delle infrastrutture.
Le startup della Silicon Valley puntano alla difesa. Seguendo una tendenza storica, nel 2023 le startup tecnologiche hanno ottenuto meno dell'1% dei 411 miliardi di dollari in contratti federali del Dipartimento della Difesa USA. Specularmente, molti fondi di venture capital hanno evitato di investire in tecnologie militari per restrizioni imposte dagli investitori o per motivi etici.
Tuttavia, l’inerzia sta cambiando: sistemi basati su AI e droni stanno rendendo gli investimenti in questo tipo di armi meno controversi, ridefinendo i confini tra ciò che è considerato "difesa" e ciò che rientra nell’"offesa".Tra il 2022 e il 2023, le startup del settore militare hanno raccolto 3 miliardi di dollari. Un esempio è Ares Industries, la prima startup supportata dall’incubatore Y Combinator, che sviluppa missili da crociera dieci volte più piccoli ed economici rispetto agli standard attuali.
Fonti: Eunews, Hopeful Monsters, The New Localism, Fortune, Politico, TechCrunch
Buoni propositi per il 2025
→ a cura di Nicoletta Gomboli
Abbiamo letto per voi i trend che Accenture ritiene caratterizzeranno il 2025:
Sfiducia delle fonti online. Ci rendiamo sempre più conto di quanto notizie, immagini e articoli online possano essere ingannevoli, nonostante l’apparente affidabilità delle fonti. La diffusione di tecnologie capaci di generare contenuti visivamente credibili, ma falsi, aggrava ulteriormente il problema, spingendo chiunque fruisca di contenuti digitali a dubitare della loro autenticità. Sebbene questa sensazione non sia nuova, l’aumento di truffe incredibilmente personalizzate e l’uso di deep-fake per estorsione stanno peggiorando drasticamente la situazione
Controllo dell’utilizzo dei social. Riuscire a trovare un equilibrio tra lasciare la libertà di esperienza e proteggere le future generazioni da un utilizzo pericoloso di internet è sempre più complesso. Il web rimane un ambiente, al contrario di quello fisico, in cui le minacce non si palesano finchè non è troppo tardi. Si tratta pur sempre di un ambiente in cui il 51% delle ragazze tra i 16 e 21 anni hanno ricevuto contenuto esplicito, e in cui il confronto con ideali di bellezza sempre più irraggiungibili (letteralmente, grazie alla diffusione di modelle generate con AI) dominano.
L’economia dell’impazienza. L’abitudine a interagire con contenuti sempre più brevi e frenetici sta influenzando profondamente il nostro modo di pensare e agire. Non sorprende, quindi, che il 63,2% degli intervistati dichiari di preferire soluzioni rapide per affrontare le proprie attività quotidiane. Questa tendenza si riflette anche nella sfera medica: la lentezza dei sistemi sanitari ha spinto molti a ricorrere all'auto-diagnosi e alle cure auto-prescritte. Un esempio emblematico è il crescente uso del microdosing di psilocibina, un composto presente nei cosiddetti "funghi magici", che si ritiene possa migliorare la concentrazione, ma che rimane oggetto di controversie e rischi. Anche l’economia non è esente da questo trend, con molti investitori Gen Z che dettano le regole e la velocità del mercato, fino a rendere possibili, in Corea, distributori di lingotti d’oro. Contemporaneamente, il ruolo degli influencer si è evoluto, passando dalla raccomandazione di prodotti ai consigli per risolvere problemi.
Rapporto con la tecnologia sul posto di lavoro. L’integrazione dell’intelligenza artificiale nei luoghi di lavoro ha alimentato preoccupazioni crescenti sul futuro occupazionale. Nonostante questo, il bilanciamento tra vita privata e lavoro resta una priorità fondamentale per i lavoratori, che continuano a scegliere le aziende in base alla capacità di offrire ambienti umani e non meramente produttivi. C’è una percezione diffusa di "deumanizzazione" nelle aziende, dove i dipendenti sono trattati più come risorse che come persone. Il rischio attuale è che, a causa dell’inflazione e della crisi economica, i già limitati fondi vengano investiti nel mantenimento della produzione e nell’automazione, favorita dall’esplosione di tecnologie IA, piuttosto che nel benessere dei lavoratori. Il progresso tecnologico è inarrestabile, ma ciò che i dipendenti cercano è una rassicurazione: vogliono sapere che, nonostante tutto, la loro umanità resta un valore centrale nelle dinamiche aziendali.
Social Rewilding. La ricerca di esperienze autentiche e immersive si fa sempre più forte: le persone privilegiano momenti fisici rispetto a quelli digitali, riscoprendo ritmi più lenti e hobby dimenticati. La cultura territoriale emerge come un valore centrale, capace di ancorare le persone a un tempo e a uno spazio definiti, grazie al richiamo delle tradizioni. Si può puntare ad un bilanciamento tra fisico e digitale, tornando ad avere la tecnologia come compagna e non come unico ambiente totalizzante.
Fonti: Accenture, The Guardian, Aol, Children’s Commissioner
Miscellanea
→ a cura di Luisa Facchinetti
Erbe e magia. Nei giardini stregati delle nostre antenate riscopriamo unguenti lisergici, rimedi miracolosi e cosmovisioni femministe
Siamo sempre in fila. La buona notizia è che esistono dei meccanismi che le possono far scorrere lisce come l’olio.
Memoria e pensiero. Riscopriamo l'arte perduta della pratica della memoria per accedere a un mondo più ricco e profondo di consapevolezza e azione, invece di una semplice raccolta di informazioni.
Città Condizionali. Questa tavola ci guida alla scoperta di città invisibili come quelle di Calvino viaggiando nell'immaginario colmandoci di un'insaziabile nostalgia di posti mai conosciuti.
IQ e genetica. Una startup americana promette un futuro "intelligente" selezionando embrioni con alti punteggi IQ con metodi controversi e costosi.
Donne e salute. Nasce l’AI di supporto alla salute femminile tutta pensata per le donne arabe.
Amicizia e solitudine. Viviamo in un mondo in cui siamo iper sociali e solitari, dove il tempo per le amicizie è lo slot nella nostra vita super programmata.
Un senso di compagnia. In Giappone, i residenti di un villaggio in via di spopolamento hanno ideato un piano innovativo per renderlo meno solitario: sostituire le persone con burattini.
Fonti: Nero, The Guardian, The Pudding, The Base Camp, Semafor, The Beliver, Daleela, Marie Claire, NBC News
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A fine novembre torna Future 4 Cities. Un festival, un premio e un progetto di ricerca per scoprire, connettere e celebrare le innovazioni che cambiano il volto delle città in Italia. Dal 28 al 30 novembre 2024, a Milano, tre giorni di talk, workshop festival diffuso e aperto a tutti, per nutrire il dibattito su come trasformare le nostre città in senso più equo, vivibile e sostenibile.
Parleremo di città che si sviluppano in verticale, festival diffusi, destino delle città medie, sostenibilità dell’industria degli eventi e tanto altro!
Segnali dal Futuro è un progetto collettivo che intercetta e racconta storie, sperimentazioni e innovazioni sociali, culturali, tecnologiche, politiche ed economiche.
Nasce da un esperimento dei fondatori di FROM che continua a sostenerla.
Questo numero è curato da Davide Agazzi.
Hanno contribuito: Davide Agazzi, Giulio Bordonaro, Ilaria Nicoletta Brambilla, Matteo Brambilla, Mafe de Baggis, Mario Bochicchio, Stefano Daelli, Giorgio De Ambrogio, Cinzia D'Emidio, Luisa Facchinetti, Nicoletta Gomboli, Chiara Leonardi, Valentina Lunardi, Luca Monti, Filippo Pretolani, Silvia Spinelli e Giulio Zucchini.
Identità visiva di This is not a DUO.
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