Come prendono vita i quartieri? #8
Segnali da → quartieri, musica trap, RSA, atlanti urbani, influencer politici, dati interattivi, strumenti di design e resti digitali
Ciao,
Segnali Dal Futuro è la newsletter collaborativa di segnali culturali, tecnologici, politici ed economici per allenarci ad immaginare il futuro.
L’esperimento dell’ultimo numero è andato bene e tante nuove persone si sono unite. Ecco 2 link per conoscerci meglio:
Il primo numero che racconta cosa è Segnali e perché serve una comunità diffusa di apprendimento
L’analisi sulle forme possibili di città da dove tutto è iniziato: Città Dal Futuro
Ti lasciamo all’ottavo numero e quando incontri dei Segnali condividili con noi!
Grazie
Segnali: quartieri che prendono vita
→ L’avanguardia della città sono le voci dei quartieri
Circle è il think tank digitale creato da Slam Jam e 2050.plus sul multiculturalismo, la giustizia spaziale e il cambiamento climatico. Utilizza Milano come lente per indagare lo stato del pianeta attraverso contributi a cavallo tra arte e ricerca.
Molto interessante è Voices from Centerless Cities di Laboratorio Permanente, un atlante dei Nuclei di Identità Locale (NIL) che mostra una città senza centro che è un costellazione di quartieri come poli culturali d’avanguardia emerse attraverso la voce di trapper, rapper e pop star che narrano la vita di quartiere e delle comunità marginalizzate che li vivono.
→ Il ‘sogno’ di una RSA che dialoga col quartiere
L’Adriano Community Center (ACC) è un intervento di riqualificazione urbana per creare un community hub che contribuisca al suo sviluppo economico, sociale e sanitario. L’obiettivo è creare un modello di integrazione unico a livello nazionale e internazionale tra residenza sanitaria assistenziale (RSA) e un luogo aperto di cultura nell’ambito del programma Lacittàintorno di Fondazione Cariplo.
Dal 23 marzo al 30 aprile è aperta la Call per diventare partner nella gestione degli spazi aperti alle comunità dell'Adriano Community Center. È intitolata «Cura come Cultura. Cultura come Cura» ed è rivolta sia a realtà imprenditoriali, profit o non-profit, sia sia a soggetti locali, profit o non-profit. [Segnalato da Guglielmo Apolloni]
→ I centri sociali del futuro come case di quartiere
In un momento particolarmente complesso in cui era difficile pensare nel lungo periodo, il Comune di Reggio Emilia e Social Seed hanno realizzato un percorso per aggiornare il ruolo dei centri sociali della città, rafforzando la loro naturale vocazione e identità, aumentando i loro servizi per la cura della comunità e del territorio così da trasformarli in laboratori di innovazione sociale e case di quartiere.
→ La dimensione sociale della pandemia è stata dimentica
Condividiamo questa riflessione di Roberto Covolo sulla gestione della pandemia riportando un passaggio significativo «Nessuna politica pubblica a livello centrale ha promosso forme di ingegneria sociale utili ad affrontare le sfide emergenti dal punto di vista sociale, affidando ad una piatta ed inconsapevole dimensione tecnologica la risposta ai bisogni negati di socialità, aggregazione, confronto, crescita nella relazione.»
→ Abbiamo bisogno di una città in cui scoprire sempre cose nuove
Secondo Rachel Fisher è comprensibile perché la ‘Città di 15 minuti’ ha preso piede: è confortante l'idea che tutto ciò di cui hai bisogno può essere trovato proprio dove sei. Ma dopo un anno passato in una micro-città in cui tutti gli elementi essenziali sono a meno di 15 secondi dal divano (lavoro, cura della persona, commercio, formazione, divertimento) è diventato chiaro perché desideriamo anche una città multi-forme, eterogenea da esplorare e continuare a farsi stupire. [The Developer – Segnalato da Emmanuele Curti]
→ La politica che modella i quartieri o viceversa?
Una ricerca su 180 milioni di elettori americani ha mostrato che Democratici e Repubblicani vivono separati anche sul piano dei quartieri. Il livello di segregazione è così alto che solleva domande provocatorie su quanto le preferenze di stile di vita si siano allineate con la politica e su come anche i vicini possano influenzarsi a vicenda. È un effetto del reddito? Culturale o pratico? Della presenza di “influencer politici locali”? Un groviglio di fattori da cui è difficile risalire alle cause.
Nel frattempo la Danimarca ha presentato una proposta di legge per limitare la presenza di persone «non occidentali» in zone periferiche e disagiate con l’obiettivo di limitare che si creino quelle che il governo sostiene siano «società parallele religiose e culturali», in contrasto con quella danese tradizionale. Non è la prima volta che la Danimarca prova “correggere” la demografia delle periferie scatenando la preoccupazione delle Nazioni Unite. [The New York Times, Il Post]
Segnali: nuovi modi di lavorare
→ Il panificio californiano di proprietà di un'idea
Il futuro delle città passa anche dalla creazione di aziende e servizi con forme alternative di proprietà che hanno come beneficiari legali le idee invece che le persone. Le nuove forme di steward-ownership sono costruire per proteggere idee e obiettivi del brand e preservare il valore delle società dai meccanismi del capitalismo estrattivo.
Supportata da Purpose US, è emblematico il caso di trasformazione di Firebrand Artisan Breads, panificio con diversi laboratori e negozi al dettaglio di Oakland. Il risultato è la creazione di un programma di suddivisone dei profitti fra i lavoratori, il coinvolgimento dei lavoratori nella gestione aziendale, l'assunzione prioritaria di persone socialmente svantaggiate e la scelta di fornitori che aiutino a promuovere forme di business e di lavoro eque. [Next City – segnalato da Anna Gerometta]
→ Il design thinking non è neutrale, è centrista moderato
Non leggere questo pezzo di R.A. Hawley se non te la senti di farti provocare da un punto di vista tanto radicale quanto convincente.
La sua tesi è forte: il design thinking piace a tutti perché promette di trasformare qualunque problema in un processo, dalla povertà globale alla poca traction di prodotto di consumo. Riduce tutto ad un problema di tipo tecnico da risolverecon soluzioni ‘di mezzo’ che accomodano i vari pezzi. L’obiettivo del design thinking è addormentare il conflitto e lo scontro ed eliminare il bisogno di una «soluzione politica». Eppure la maggior parte dei Grandi Problemi (il trasporto cittadino, la pianificazione urbana) sono profondamente politici.
Lasciare intatte le strutture di potere dominanti è proprio l’emblema del centrismo. Ecco perché il DT piace tanto a chi nel capitalismo ci si trova bene. La follia del “pensiero progettuale" è di aspettarsi che il design offra la liberazione dai problemi del capitalismo. È invece pur sempre solo uno strumento, che per diventare radicalmente efficace deve «credere in qualcosa al di là di esso». [Real Life Magazine]
Segnali: dati liberi
→ Strumenti digitali di analisi per i cittadini milanesi
Per migliorare la partecipazione delle persone, l’azione amministrativa e il dibattito pubblico, il Comune di Milano ha presentato due progetti fondati sulla trasparenza e l’accessibilità delle informazioni: la mappa dei quartieri, che permette di conoscere la distribuzione della popolazione degli 88 NIL, e Open Bilancio, che illustra in modo semplice il bilancio cittadino tramite infografiche.
→ Mappe per storie e luoghi da riscoprire e vivere
Sei una city quitter o un’amante del turismo lento? Il piccolo comune Lu e Cuccaro in provincia di Alessandria fa al caso tuo. Per far conoscere le qualità e la profondità dei suoi luoghi, l’associazione Associazione Al Pais d’Lu sette mappe interattive che raccolgono i punti di interesse storico-culturale, le memorie della comunità, passeggiate, produzione vinicola, ospitalità e servizi. [Segnalato da Paola Pasino]
→ Rappresentare la diversità attraverso suoni e segni
L’artista Ekene Ijeoma lavora da più di un anno con il gruppo Poetic Justice del MIT Media Lab al progetto collaborativo di un ritratto linguistico degli Stati Uniti e delle sue città principali che catturi tutte le voci e gli accenti delle comunità marginalizzate, storicamente sotto-rappresentate dal censimento nazionale. “A Counting” è un’opera d’arte generativa che invita le persone a chiamare un numero di telefono e registrarsi contando fino a 100. Le registrazioni sono trasformate in ritratti sonori e video, con edizioni specifiche per città.
Segnali: genere
→ Il libro che descrive una città davvero femminista
Già autrice di altri libri dedicati all'urbanistica di genere, l'ultima opera di Leslie Kern, Feminist city, è un viaggio in parte personale in parte storico-culturale sull'inequità degli spazi urbani. È anche un esercizio di immaginazione su come dovrebbe essere una città funzionante per le donne che la abitano: una città di amicizie oltre il modello Sex and the City, con un sistema di trasporto che sappia accogliere le madri con i passeggini tanto quanto le nottambule, uno spazio pubblico con abbastanza servizi igienici. E soprattutto un posto dove le donne possano camminare senza avere paura. [Segnalato da Valentina Lunardi]
→ Del legame tra questioni identitarie e marketing
Irene Graziosi ha affrontato il tema complesso e importante della fluidità nell’ambito del genere e dell’orientamento sessuale attraverso la lente della costruzione dell’identità attraverso strumenti social uno-a-molti e il comportamento di brand e aziende. Mette a fuoco come le politiche identitarie siano influenzate dalle dinamiche di crisi dello stato sociale, capitalismo della sorveglianza e dal processo socio-culturale di iper-individualizzazione. [Segnalato da Rosanna Prevete]
Segnali: dopo-vita
→ La nascita del settore dell'aldilà digitale
Il Covid-19 ha reso la morte più presente nelle nostre vite. Il loro essere sempre più digitali ha mostrato quanto la tecnologia oggi sia impreparata a gestire la sua fine. Il filosofo Davide Sisto prevede che nei prossimi anni assisteremo all'integrazione di funerali tradizionali e rituali online, come alcune startup hanno iniziato a sperimentare. Contemporaneamente, le persone stanno diventando sempre più consapevoli di quanti dati si lasciano dietro dopo la morte e del loro valore e sono alla ricerca di nuovi strumenti per proteggere o cancellare i loro «resti digitali». [Rest of the World – Segnalato da Benedetta Roiati]
→ Un libro di ricette per sprecare di meno
Ikea Canada ha pubblicato un libro di cucina gratuito con 50 ricette di chef famosi per utilizzare quegli avanzi che solitamente buttiamo. Si chiama Ikea Scrapsbook e puoi trovare una selezione diversificata di pasti sostenibili da diverse cucine e culture, tra colazioni, antipasti, dessert e snack di metà pomeriggio. Scarica qua il .pdf [Segnalato da Montserrat Fernandez Blanco]
Segnali: infrastrutture
→ L’incendio che ha mandato in fiamme una parte di Internet
Salvare un documento, una foto, un file online è sinonimo di conservarlo per sempre. Per niente. A ricordarcelo è stato l’incendio tra 9 e il 10 marzo di un data center di Ovh, azienda di punta nei servizi cloud in Europa, che ha messo fuori uso migliaia di siti internet. Un promemoria che il piano fisico e quello virtuale non sono affatto indipendenti e un incidente circoscritto nel primo, proprio per il potere distributivo del digitale, può avere delle conseguenze molto vaste nel secondo. [Wired – Segnalato da Luca Monti]
→ I punti di pressione del commercio globale sono delicati
Oltre a regalarci ottime basi meme e siti utilissimi, il blocco del Canale di Suez con le sue conseguenze economiche incalcolabili ha puntato i riflettore su un aspetto del commercio globale a cui non pensiamo spesso quando facciamo acquisti o ordiniamo qualcosa da un e-commerce: tutto passa per pochi punti che sono senza alternative. [AP News]
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Aggiornato 3 aprile 2021, ore 19:00.